Domenica sera un cacciatore stava camminando nei boschi quando ha notato qualcosa di strano: dentro un grande telo di cellophane c’erano quelli che apparentemente sembravano i resti mutilati di un uomo. Il cacciatore, che si trovava nei dintorni di Charette, località situata ad una trentina di chilometri da Bourgoin-Jallieu, ha immediatamente dato l’allarme. Quindi le forze dell’ordine hanno scoperto che si trattava effettivamente del corpo di un individuo, rimasto per diversi giorni senza nome. Finalmente nelle ultime ore l’esame del Dna ha potuto chiarire l’identità di quella persona, ritrovata in un’area isolata nel dipartimento francese dell’Isère, in Alvernia-Rodano-Alpi: come ha rivelato il quotidiano Le Dauphiné Libéré si tratterebbe di un italiano, Vittorio Barruffo, di 44 anni, nato a Napoli, di cui non si avevano più notizie dal 9 luglio.

La scomparsa di Vittorio Barruffo, pochi giorni prima di tornare in Italia

Della scomparsa di Vittorio Barruffo si era occupata anche la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”. Federica Sciarelli aveva raccontato la storia di quest’uomo che viveva in Francia con la compagna a Montalieu-Vercieu, piccola cittadina anch’essa situata nel dipartimento dell’Isère. A fine giugno la donna era tornata in Italia a trovare i parenti: era rimasta d’accordo col convivente che lui l’avrebbe raggiunta entro pochi giorni. Invece, a partire dal 9 luglio, il 44enne aveva smesso di rispondere al telefono e sembrava sparito nel nulla. Purtroppo la speranza dei suoi cari di rivederlo ancora vivo è stata spenta dalla notizia del tragico ritrovamento ad opera di un cacciatore.

Subito dopo la macabra scoperta del corpo fatto a pezzi, la Procura di Bourgoin-Jallieu ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti. Si vuole capire se l’italiano sia stato ucciso sul posto o se, come sembra più plausibile, l’uomo sia stato ammazzato altrove, smembrato e poi trasportato nei boschi da qualcuno che voleva occultarne i resti.

Le indiscrezioni sulle indagini

L’autopsia effettuata sul corpo della vittima ha permesso di fare passi avanti nelle indagini. Come ha dichiarato il procuratore di Grenoble, Eric Vaillant, gli esami hanno messo in evidenza la presenza di “lesioni craniche”, che sarebbero state provocate da un “oggetto contundente”. Dunque l’uomo potrebbe esser morto per i gravi danni cerebrali riportati o per un’emorragia.

Tuttavia il magistrato ha chiarito che serviranno ulteriori analisi per avere un quadro più chiaro sulle circostanze a le cause del decesso. Quindi l'inchiesta continua nel massimo riserbo, anche se sulla stampa sono trapelati alcuni particolari macabri, come quello della mancanza di tutti gli arti dal cadavere. Inoltre Le Dauphiné Libéré ha pubblicato nelle scorse ore un’immagine in cui Barruffo indossa lo stesso ciondolo che sarebbe stato ritrovato accanto ai suoi resti, conservato in un sacchetto di plastica. Secondo il quotidiano francese dietro ad un delitto così efferato, tanto da sembrare una vera e propria esecuzione, potrebbe esserci la camorra.