Tutti, almeno una volta nella vita, hanno sentito parlare del famigerato mostro di Loch Ness, una creatura gigantesca che vivrebbe nell'omonimo lago scozzese. Qualcuno, negli anni, ha addirittura sostenuto di averlo fotografato e di aver intravisto una gigantesca creatura. In realtà molti di questi avvistamenti si sono rivelati delle autentiche fake news, e ancora oggi non sono state trovate prove concrete in grado di accertare l'esistenza di Nessie, com'è stato ribattezzato il leggendario animale dagli abitanti del luogo.

Ad ogni modo le ricerche degli studiosi non si sono mai fermate, infatti ancora oggi la Scienza si chiede cosa possa mai nascondersi nelle acque di quel lago.

In passato si era ipotizzato che il mostro potesse essere una creatura preistorica, un plesiosauro. Questo non sarebbe andato incontro all'estinzione, continuando a vivere nelle profondità di Loch Ness ed emergendo di tanto in tanto in superficie.

In questi ultimi giorni è emersa una nuova teoria formulata da un gruppo di ricercatori della Nuova Zelanda, dell'Università di Otago: secondo loro Nessie potrebbe essere una sorta di anguilla di enormi proporzioni.

Grandi quantità di Dna di anguille nel lago

Il genetista Neil Gemmell ha spiegato alla CNN che nel lago di Loch Ness sono state trovate ingenti tracce di Dna di anguille. Al contempo i suoi collaboratori avrebbero rilevato l'esistenza di diverse specie nello specchio d'acqua, ma nessuna sarebbe un animale di enormi dimensioni.

Gli scienziati hanno cominciato a studiare le biodiversità del lago da giugno 2018, prelevando in questo lasso di tempo 250 campioni di acqua e analizzando le tracce genetiche presenti in essi. Ebbene, gli esperti hanno riscontrato che ci sarebbero almeno 3.000 specie differenti. Tuttavia, tra queste mancherebbero sequenze di Dna di rettili e, di conseguenza, secondo loro nelle acque scozzesi non ci sarebbe alcun plesiosauro.

Dubbi sull'ipotesi del pesce gatto gigante

I laghi spesso rappresentano l'habitat naturale anche dei pesci gatto che, in alcune circostanze, possono raggiungere delle dimensioni notevoli. Per questo motivo, lo scorso anno il "cacciatore" del mostro di Loch Ness Steve Feltham ha affermato che potrebbe trattarsi proprio di un gigantesco esemplare di questa specie.

Gemmell però non sarebbe d'accordo con quest'ipotesi, sottolineando di non aver trovato Dna di quest'animale nel lago della Scozia, anche se in questo caso non se l'è sentita di escluderla completamente. Al contempo, per lo studioso neozelandese la teoria dell'anguilla gigante resta la più plausibile.

Infine gli scienziati dell'Università di Otago hanno chiarito che il lago di Loch Ness è immenso, e che dunque non si può escludere a priori che i campionamenti siano stati effettuati nel luogo sbagliato al momento stagliato, oppure che il metodo utilizzato non fosse adatto per rilevare la presunta presenza di Nessie, mancando una sequenza di Dna compatibile nei loro database.