Un brutto episodio di violenza, avvenuto tra le mura del carcere di San Gimignano in Toscana. Protagonista di quella che sembra essere stata una vera e propria aggressione da parte delle guardie giudiziarie è stato un cittadino tunisino di 31 anni. La vittima stava scontando un anno di reclusione nell’istituto penale: l’11 ottobre del 2018, giorno dei presunti abusi, era in isolamento, come hanno testimoniato diversi detenuti. Gli agenti penitenziari sarebbero andati a prelevarlo dalla sua cella per trasferirlo in un'altra. Subito in molti tra i reclusi hanno notato una stranezza: erano in 15, numero spropositato per un’operazione così semplice.

A quanto pare giovane era convinto di dover andare a fare una doccia; ma all’improvviso sarebbe esplosa l’ira delle guardie, che hanno iniziato a trascinarlo via.

Le testimonianze che raccontano l’aggressione

I testimoni hanno raccontato delle grida di dolore, sempre più forti, del tunisino. Alcuni detenuti hanno assistito al pestaggio, con il giovane a terra che veniva investito da calci e pugni. Una guardia sarebbe arrivata a mettergli un ginocchio sulla gola per immobilizzarlo, quasi soffocandolo. Le descrizioni degli altri reclusi sono agghiaccianti: qualcuno gli avrebbe pure abbassato i pantaloni per permettere ai colleghi di picchiarlo. Infine, al termine dell’aggressione, la vittima sarebbe stata trascinata fino alla cella e lasciata lì, ormai priva di sensi.

Questi racconti sarebbero stati parzialmente confermati dai video delle telecamere di sicurezza posizionate all’interno della struttura: tuttavia al momento della colluttazione alcune guardie con i loro corpi hanno nascosto la visuale. La notizia però è venuta pian piano fuori: prima un detenuto ne ha parlato con un’operatrice penitenziaria, poi sono arrivate diverse lettere al tribunale di Siena che descrivevano i fatti, scritte da altre cinque persone, attualmente in regime di sicurezza per una serie di reati gravi, dall’associazione mafiosa al traffico di droga.

Le indagini della procura di Siena

Da quel momento i magistrati hanno avviato l’inchiesta che attualmente vede indagati 15 agenti penitenziari. Per quattro guardie carcerarie è stata disposta la “sospensione immediata” dal lavoro nell’istituto di San Gimignano, vista la grave accusa – per la prima volta contestata a dei pubblici ufficialidi aver torturato il giovane tunisino.

Comunque tutti i 15 agenti che hanno ricevuto l’avviso di garanzia saranno sottoposti a “doverose valutazioni disciplinari”, disposte dal Dipartimento amministrazione penitenziaria, dal momento in cui è stato informato delle indagini dalla procura di Siena.

Lo stesso Dap in un comunicato ha parlato di una vicenda “complessa e delicata”: del resto i pm hanno formulato una lunga serie di reati – come lesioni aggravate, minacce, falso ideologico e tortura – che dovranno trovare riscontro. Pur confidando in un rapido e accurato accertamento della verità, il Dap ha ribadito nella sua nota la massima fiducia relativamente alla professionalità ed al lavoro degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria che quotidianamente operano nelle carceri italiane.