Dopo ben 14 anni il caso di Lisa Gabriele, la 22enne trovata senza vita in un bosco in provincia di Cosenza il 9 gennaio del 2005, è stato riaperto dalla Procura cosentina. A riferirlo sono diverse testate locali e nazionali, tra le quali in primis La Gazzetta del Sud, che ieri ha riportato la notizia sulle sue pagine. Del "cold case" della Gabriele si era occupata recentemente anche la trasmissione "Chi l'ha Visto?", condotto su Rai 3 da Federica Sciarelli. Secondo quanto trapela dalle fonti investigative, negli scorsi giorni sarebbe arrivato un esposto anonimo presso gli uffici dell'autorità giudiziaria, che descrive meticolosamente tutte le figure coinvolte nei successivi depistaggi dopo il presunto delitto.

La donna venne trovata senza vita in un bosco tra Montalto Uffugo e Rende, sempre nel cosentino. La prima ipotesi investigativa fu che la donna si fosse tolta spontaneamente la vita, questo perché sul posto furono trovati antidepressivi e una bottiglia di alcol, Whisky precisamente. I successivi esami optarono proprio per l'ipotesi suicida, almeno fino ad oggi.

Ad ucciderla forse un poliziotto con cui aveva una relazione

Secondo quanto riportano i media nazionali, pare che adesso gli inquirenti stiano seguendo la pista dell'omicidio. Sempre secondo l'anonimo mittente, Lisa Gabriele in quel periodo del 2005 avrebbe avuto una storia con un poliziotto, le cui generalità non sono state rivelate. Quest'ultimo con lei sarebbe stato violento più volte, e sarebbe stato lui che avrebbe inscenato il suicidio apparente della vittima.

Già 4 mesi prima di compiere l'azione criminosa, il soggetto avrebbe mandato in ospedale la giovane. La testata giornalistica Fanpage riferisce – basandosi sempre sulle dichiarazioni del misterioso mittente – che l'uomo era molto geloso; sarebbe stato questo il motivo della violenza su Lisa. La donna fu trovata morta all'interno della sua Fiat 500.

Forse soffocata con un cuscino

La persona che ha scritto agli inquirenti riferisce che Lisa venne soffocata con un cuscino. Effettivamente neanche l'esame autoptico eseguito allora dal medico legale rivelò una intossicazione da sostanze alcoliche o farmaci. Quest'uomo, inoltre, in precedenza sarebbe già stato oggetto di indagini.

L'esposto riferisce che costui avrebbe intrattenuto rapporti anche con alcune persone vicine alla malavita e sarebbe stato anche assuntore di sostanze stupefacenti.

Già dai primi riscontri comunque c'era qualcosa che non tornava, in quanto le impronte sulle bottiglie degli alcolici presenti sulla scena furono cancellate, e dubbi sorsero anche sul presunto biglietto d'addio che Lisa avrebbe lasciato sul posto. Anche gli inquirenti all'epoca dissero che la calligrafia era autentica solo in parte. I familiari della donna – nel corso degli anni – hanno provato in tutti i modi a stabilire la verità su quanto accaduto alla loro cara, incaricando anche un investigatore privato, il quale fu però minacciato da persone non ben identificate. Anche un collega del poliziotto in questione saprebbe bene quanto avvenuto quella sera del 9 gennaio 2005 nel bosco in provincia di Cosenza.