A stroncarla è stata l'amanita falloide, un fungo che chiunque abbia frequentato un corso micologico ha imparato a riconoscere a prima vista e a tenere a debita distanza. Così non è stato, purtroppo, nel caso di Giorgia Raschi, 74enne residente a Labro, comune in provincia di Rieti, ma originaria di Rimini, che la settimana scorsa con il marito ha raccolto funghi velenosi nei boschi locali per poi riportare una grave intossicazione. All'ospedale Santa Maria di Terni, con lei, sono finiti il marito e il figlio 50 enne, tuttora ricoverati. La donna non ce l'ha fatta, è deceduta martedì scorso ma se ne è avuta notizia ieri.

Risotto con funghi letale

Una passeggiata nei boschi della Valnerina, è culminata in tragedia. Più di una settimana fa, Giorgia Raschi era stata a fare una gita con il marito in cerca di funghi. Nel loro cestino di raccoglitori improvvisati, tra funghi commestibili sono finiti esemplari di 'Amanita Phalloide', come poi confermato dalle analisi del sangue. Il fungo è classificata dagli esperti per essere il più pericoloso esistente in natura per la sua elevata tossicità anche in minime dosi, e per il suo insidioso aspetto: essendo polimorfico, può somigliare a molte specie, e per questa sua caratteristica è popolarmente chiamato 'angelo della morte', oppure 'ovolo bastardo'.

Con i prodotti del bosco tra i quali c'era quello velenoso, la signora ha cucinato un risotto che le è costato la vita.

Lo scorso 10 ottobre, con il marito e il figlio è arrivata all'ospedale Santa Maria di Terni presentando i sintomi tipici dell'avvelenamento: dolori addominali, nausea, vomito. Con il passare delle ore, il quadro clinico della paziente è andato peggiorando, fino al decesso per insufficienza epatica acuta, avvenuto martedì dopo circa una settimana di agonia.

Resta ricoverato in gravi condizioni il marito. Meno grave il figlio 50enne che ha scansato i funghi dal risotto mangiato.

Nei giorni scorsi, altri due anziani, in questo caso ultraottantenni, erano stati ricoverati nello stesso ospedale ternano dopo aver consumato funghi tossici. Le loro condizioni sembrerebbero in via di miglioramento.

Appello dell'Usl Umbria 2: 'Fate controllare sempre i funghi'

Di funghi si muore, oggi come in passato. Per questo, la Usl Umbria 2 ha lanciato un appello che, se recepito, può salvare vite e scongiurare comunque gravi intossicazioni: "Fate controllare sempre i funghi da un micologo professionista o dall'ispettorato micologico delle Usl". Conoscere e, soprattutto, applicare pochi o e semplici consigli può consentire di assaporare i prelibati frutti della terra in condizioni di totale sicurezza.

I controlli sono completamente gratuiti: basta recarsi presso presso l'ispettorato micologico delle Usl presso il quale i cittadini possono sottoporre al controllo i funghi coltivati come quelli raccolti privatamente, in modo da poterli consumare senza correre alcun rischio.

Presso gli ispettorati, esperti micologi nel periodo di raccolta, quindi nei mesi di settembre, ottobre e novembre, ad orari prestabiliti, "eseguono il controllo delle specie fungine fresche spontanee, verificando gratuitamente la commestibilità di quelli raccolti, fornendo anche informazioni e consigli sulle precauzioni da usare nel consumo".

Nel caso in cui i funghi siano stati già mangiati e sopraggiungano disturbi, è opportuno pensare che possa trattarsi di un'intossicazione e bisogna recarsi immediatamente al pronto soccorso più vicino: le cure, se praticate tempestivamente, possono salvare la vita.