"Caro bambino...cercati un'altra squadra". Con poche e fredde frasi inviate per mail, una nota Scuola calcio di Milano ha negato ad un "pulcino" il sogno più bello. Un papà deluso l'ha voluta rendere nota e, nei giorni scorsi, il quotidiano "Il Giorno" ha raccolto il suo sfogo. Ora, si è scoperto che sarebbero tantissimi i bambini allontanati in questo modo. Il responsabile del Settore Scolastico Giovanile Figc per la Regione Lombardia, Giuseppe Terraneo, si è dichiarato incredulo ed inorridito

'Cercati un'altra squadra'

Nelle scorse settimane i genitori di un bambino di 10 anni iscritto ad una nota scuola calcio di Milano (legata ad un importante club di serie A) ha ricevuto una "gelida" mail in cui si suggeriva di trovare una nuova società in cui far giocare il "pulcino" in quanto, per la stagione in corso, non si sarebbe potuta garantire la possibilità di farlo divertire.

Le scuole calcio del campionato "pulcini", dovrebbero, com'è noto, far semplicemente giocare i bambini al pallone, senza alcun tipo di graduatorie o distinzioni. A questo livello, non ci dovrebbe ancora essere spazio per l'agonismo: nessun fischietto (ma autoarbitraggio), nessun allenatore (solo un istruttore/educatore) e nessun vero avversario (solo nuovi amici con cui divertirsi). Qualora gli iscritti fossero troppi, quindi, si dovrebbe semplicemente formare più squadre, senza "selezionare" in base a requisiti tecnici.

Invece, con poche ed impersonali righe si è scartato un baby calciatore negandogli la possibilità di giocare a pallone con i propri coetanei e di sognare. "Sono più deluso che arrabbiato - ha ammesso il papà del piccolo - soprattutto perché la società non ha mantenuto diverse promesse fatte.

Il cammino avrebbe dovuto concludersi con la fine delle scuole elementari, invece, loro hanno voluto decidere chi far rimanere e chi mandare a casa". L'uomo, dopo aver sottolineato che si tratta di una vera ingiustizia, anche perché non è stata fornita alcuna vera motivazione, ha puntualizzato che da una scuola calcio "blasonata" (con un'iscrizione annuale da più di 400 euro e abbigliamento tecnico di marca) si sarebbe aspettato più serietà.

"Tante promesse e pochi fatti" ha concluso aggiungendo che suo figlio continuerà comunque a giocare a pallone: "L'ho iscritto in a scuola calcio di Milano sud",

Almeno 30 i bambini cacciati

Il "pulcino" classe 2009 non è stato l'unico bambino cacciato da una scuola calcio con una lettera che ricorda il comunicato di esonero di un allenatore.

Dopo la "denuncia" pubblicata dal "Giorno" si è scoperto che altri 13 bambini della stessa età ed una ventina di calciatori classe 2010 hanno ricevuta la stessa identica comunicazione. Ma le famiglie coinvolte potrebbero essere anche una sessantina. Senza neppure un confronto con i genitori interessati, la società, ha deciso di ridimensionare la categoria "pulcini" e ha inviato in toto le mail, tutte uguali e tutte mortificanti alla stessa maniera. E pazienza se la decisione di confermare l'iscrizione spetterebbe al piccolo sportivo - d'accordo con mamma e papà - in quanto, a quei livelli, il gioco del calcio è semplicemente un'attività ludica.

In molti hanno confermato quanto denunciato dal padre che ha avuto il "coraggio" di rendere nota la situazione.

"Al momento della prima iscrizione ci era stato assicurato che il percorso sarebbe stato minimo triennale, ma così non è stato". Alcuni genitori ancora non hanno comunicato al proprio figlio che quest'anno non avrà una squadra (o dovrà cambiarla) e, chi lo ha fatto, ha dovuto consolare i piccoli in lacrime.

Il professor Terraneo della Figc Lombardia, incredulo e furibondo ha precisato che solo qualche giorno fa, la federazione, durante un incontro con le scuole calcio d'elite, si è raccomandata con i responsabili di spiegare alle famiglie, in maniera chiara e senza possibilità di fraintendimento, i loro progetti. Invece, nonostante i campionati non siano ancora iniziati ufficialmente (il primo fischio d'inizio sarà questo fine settimana) ci sono già lamentele e situazioni gravi ed imbarazzanti. Poi, promettendo provvedimenti, ha concluso: "Sono inorridito perché non si possono penalizzare così bambini di 7,8 anni".