La Procura di Napoli vuole vederci chiaro. Questa volta a finire nell’occhio del mirino è proprio l’esame di avvocato. L’inchiesta per corruzione, così com’è stata catalogata, vede come protagonisti diversi aspiranti avvocati campani che due anni fa sostennero le prove scritte per l’esame di avvocato. Un traguardo oggi molto difficile da raggiungere. L'indagine è stata aperta con un blitz dei carabinieri a Castelcapuano, al termine della quale gli stessi hanno acquisito tutte le prove scritte dell’esame di avvocato tenutosi a Napoli nel lontano dicembre del 2017.

L’ipotesi principale al momento è un presunto accordo corruttivo fra impiegati del Ministero della Giustizia che organizzavano l’esame e qualche partecipante che dietro la promessa di superare gli scritti ha deciso di ricompensare gli indagati con diverse migliaia di euro. Dunque soldi (che a volte non sarebbero stati nemmeno sufficienti ) in cambio dell’agognato conseguimento del titolo di avvocato. Da segnalare che non è la prima volta che la Procura di Napoli apre un’inchiesta sull’esame di avvocato, forse sempre per colpa del fatto che nel 2017 il 40% dei candidati ottenne il superamento della prova scritta. A questo proposito si è anche formato un pool ad hoc per occuparsi di varie prove concorsuali fra cui anche l’esame di procuratore legale.

Intanto al gruppo di indagati, fra cui gli stessi candidati sono stati notificati i decreti di perquisizione. Anche i 2 impiegati del Palazzo di giustizia sono stati perquisiti. I carabinieri vogliono verificare e analizzare la parte iniziale e quella finale di ogni elaborato, per confrontarlo con frasi raccolte nel corso di altre indagini, grazie alle intercettazione telefoniche.

Lo schema anche in questo caso era sempre lo stesso soldi in cambio di favori. Dietro le prove per diventare avvocato potrebbe dunque nascondersi un mercimonio di denaro anche in virtù del fatto che il numero dei promossi ogni anno diminuisce drasticamente a livello nazionale, salvo vistose eccezioni. Al momento le persone sospettate sono 5 in totale, ma l’indagine è ancora aperta e ciò non toglie che si estenda anche ad altre Corti d’Appello.

Drastica riduzione del numero di aspiranti avvocati: i motivi

E se da un lato aumento la percentuale di bocciati, dall’altro lato diminuisce il numero di aspiranti che decidono di intraprendere il percorso di abilitazione all’esercizio della professione forense. Fra i principali motivi le pessime condizioni di svolgimento del praticantato e non solo dal punto di vista economico), il carico complessivo di lavoro, le responsabilità certamente non parametrate alle competenze acquisite nel corso degli anni universitari. Ecco dunque che i sacrifici, le abnegazione e i ritmi frenetici mal si conciliano con la strada della precarietà cui va avviandosi la professione forense. Chissà che l’accesso meritocratico alla professione non avvenga in parte proprio con l’introduzione dell’obbligo di utilizzare i soli codici non annotati con la giurisprudenza durante le prove.Sicuramente le forze politiche e gli esperti del settore invocano una nuova formazione giuridica e una rivisitazione dei criteri di accesso ed aggiornamento dei professionisti forensi.