L'interesse mediatico per la rocambolesca vicenda giudiziaria di Tekashi 6ix9ine non accenna a diminuire. Gli aggiornamenti ed i sempre più frequenti colpi di scena continuano infatti a susseguirsi quotidianamente, occupando le pagine dei giornali e dei magazine di tutto il mondo.

Dopo la rinuncia del rapper – che a causa della sua attività di collaboratore di giustizia ha iniziato a ricevere diverse minacce, talvolta rivolte anche ai suoi cari – alla proposta di entrare a far parte del programma di Protezione Testimoni, a far discutere negli ultimi giorni erano state la decisione di 50 Cent di produrre un documentario in più parti sulla vicenda del suo giovane collega e concittadino, ma anche e soprattutto la richiesta dei legali ragazzo, accolta dalla Corte, di anticipare la sentenza del suo caso al dicembre 2019.

L'accordo siglato in carcere: un album in spagnolo e uno in inglese

Il colpo di scena di oggi è invece relativo al contratto che il rapper avrebbe firmato direttamente dal carcere: un nuovo accordo discografico con la sua vecchia etichetta, la 10k Projects, per la pubblicazione di ben due nuovi album.

Al momento non è dato sapere, neppure vagamente, quando questi progetti vedranno la luce. Ciò che c'è di certo però è che saranno incisi in due lingue diverse, uno in inglese, l'altro in spagnolo, e che frutteranno alla Rap star newyorchese di origine messicana e portoricana ben dieci milioni di dollari.

Confermate le indiscrezioni: 6ix9ine ha sfruttato a livello contrattuale l'ulteriore popolarità conferitagli dal processo

Confermate quindi le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, dopo le rivelazioni dei portali americani Complex e TMZ, che avevano parlato della volontà del rapper di tornare il prima possibile a fare musica, anche e soprattutto per sfruttare a livello contrattuale l'enorme esposizione mediatica ottenuta conseguentemente alla vicenda giudiziaria che lo vede protagonista.

Sempre la volontà di ritornare musicalmente attivo sarebbe inoltre la motivazione alla base del rifiuto dell'artista di aderire al Programma di Protezione Testimoni, che lo costringerebbe all'anonimato, rendendo pressoché impossibile la sua attività di rap star.

6ix9ine, che grazie alla sua collaborazione con la giustizia spera ora di ottenere un significativo sconto di pena rispetto ai 47 anni previsti, potrebbe tornare in libertà già subito dopo la lettura della sentenza.

La decisione di collaborare con la giustizia di Daniel Hernandez – questo il vero nome del rapper classe 1996 – avrebbe già contribuito a determinare due condanne a Anthony 'Harv' Ellison e Aljermiah 'Nuke' Mack, membri di spicco della 'Nine Trey Blood', la sotto-struttura criminale della più nota gang dei Bloods a cui era sostanzialmente affiliato.