Nella chiesa del Santo Nome della Beata Vergine Maria, quartiere Appio Latino, gremita di parenti, familiari, amici, ieri spiccava un'assenza. A dare l'ultimo saluto a Luca Sacchi, il personal trainer 24 enne ucciso a Roma durante una compravendita di droga nella notte tra il 23 e il 24 ottobre, non c'era la fidanzata Anastasia Kylemnyk. La baby sitter di origini ucraine coetanea di Luca, personaggio chiave per la soluzione del complesso caso, è rimasta in disparte.

Anastasia, la grande assente

Secondo indiscrezioni giornalistiche, Anastasia Kylemnyk avrebbe voluto essere presente al funerale del suo Luca.

Da cinque anni erano inseparabili, avevano intenzione di andare a vivere insieme e mettere su famiglia. Ma alla fine, la ragazza è rimasta a casa con la madre e la sorella più piccola per evitare l'esposizione mediatica di cui è oggetto da quella terribile notte in cui Luca è stato freddato alla testa da un solo colpo di rivoltella da Valerio del Grosso e Paolo Pirino, i due pusher incontrati davanti al John Cabot Pub.

I motivi della sua assenza, secondo Il Messaggero, li ha spiegati in un biglietto scritto al papà del suo fidanzato, Alfonso Sacchi. Un testo molto stringato in cui le parole sono a tal punto calibrate da far pensare che sia stato dettato da un adulto: "Ho appreso dai giornali la notizia dei funerali e ci avevo pensato molto, ma con tutto il clamore mediatico che si è creato intorno a questa tragedia, ho valutato di non venire".

Tra le righe, si legge il gelo calato in appena due settimane tra lei e i genitori di Luca per i quali la ragazza era una seconda figlia. Lei sostiene implicitamente di non essere stata avvisata dai suoi quasi suoceri sulla data del funerale di Luca. A questo laconico scritto, è seguito un altrettanto breve testo del papà del personal trainer che le chiede perché sia scomparsa, perché non si sia fatta più sentire né vedere, a cui non è seguita risposta.

Giuseppe Cincioni, legale della ragazza, oggi a Fanpage ha precisato che l'assistita ha preso una decisione sofferta di concerto con lui e i familiari: ha preferito non partecipare alle esequie per evitare interpretazioni distorte della sua presenza, dopo la morbosa attenzione mediatica che si è scatenata nei suoi confronti.

La scorsa settimana, Alfonso Sacchi con i due legali della famiglia, Armida Decina e Paolo Salici, ha convocato una conferenza stampa per ristabilire la verità su Luca. Ha riferito che era un ragazzo onesto, pulito, neanche beveva, ed Anastasia era stata accolta in casa come una figlia. Dopo la morte di Luca, ha dormito da loro, hanno pianto tutti insieme, poi non si è vista più. "Spero sia sincera, o aggiungerebbe dolore su altro dolore", ha detto papà Alfonso in lacrime. E i legali hanno chiarito: “Non abbiamo mai detto che è immorale difendere Anastasia. Quando si parla di lei occorre camminare con i piedi di piombo. Negli atti ufficiali delle autorità è persona offesa. Volevamo dire che è errato accostare la famiglia Sacchi alla droga.

Non c’entra niente". Però, che qualcuno in questa storia abbia mentito ne sono più che convinti.

Il funerale

Accolta da un applauso, tra dolore e rabbia, la bara di legno chiaro sormontata da un grande mazzo di rose bianco e da una corona con scritto 'Mamma, papà e Federico' ha fatto il suo ingresso in chiesa poco prima delle 14 nella parrocchia di via Centuripe. La cerimonia funebre si è svolta in forma privata secondo la volontà dei genitori di Luca, Alfonso e Concetta. Nella sua omelia, il parroco che ha celebrato i funerali ha detto: "la morte di Luca ci ha colpito, in un certo senso ci ha fatto morire anche a noi", per poi parlare di perdono secondo l'esempio di Gesù in croce, ma anche di educazione alla legalità e alle regole di vita.

Molto toccante la testimonianza del cugino Roberto che dall'altare ha parlato di Luca come di un ragazzo d'oro, il figlio che tutti vorrebbero, sempre sorridente. Ha dichiarato di non riuscire ancora a credere che non ci sia più, che non è giusto accadano cose del genere in un mondo allo sbaraglio. Ha poi aggiunto che se esiste un destino, se è vero che esista, quel che è accaduto è troppo. Per Roberto, l'unica consolazione è pensare che il paradiso aveva bisogno di un angelo. Quindi si è rivolto a Luca chiedendogli di proteggere il padre, la madre, il fratello. La mamma Concetta è rimasta a lungo a terra, china sulla bara del figlio. Poi, all'uscita, il feretro è stato salutato da un lungo applauso.

Gli amici con cui Luca condivideva la passione per le moto, sono sfrecciati su due ruote davanti la chiesa per rendergli omaggio.

Intanto proseguono le indagini. Da una prima analisi dei tabulati telefonici e dall'ispezione di cinque cellulari sequestrati dopo quella sera, non sarebbero emersi contatti diretti e recenti tra i due pusher e il gruppo di amici di Luca e Anastasia. Ma la versione data dalla ragazza di una rapina finita male, ha suscitato dubbi e perplessità. Presto sarà ascoltata nuovamente da carabinieri e pm.