Chi è veramente Anastasia Kylemnyk? Se lo chiedono i genitori di Luca Sacchi che non la riconoscono più. Se lo domanda mamma Tina: "Nastia mi dica perché mio figlio non c’è più". Per cinque anni, la baby sitter d'origine ucraina è stata la ragazza del figlio freddato davanti a un pub romano all'Appio Latino con un colpo d'arma da fuoco alla testa, la sera dello scorso 23 ottobre.

Dopo la svolta nelle indagini, la posizione della ragazza è drasticamente cambiata. Tutte le sue bugie sono cadute e da presunta vittima, ha assunto un ruolo centrale in quella che da subito agli inquirenti era apparsa come una bruttissima storia di droga.

È indagata per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Nel suo zaino, la sera dell'omicidio di Luca, c'erano 70 mila euro destinati all'acquisto di 15 chili di marijuana.

Ben oltre le ipotesi o i semplici sospetti, l'immagine di lei restituita dalle carte della Procura, è assai diversa da quella della ragazza sprovveduta che subisce una rapina da sconosciuti, secondo l'unica versone dei fatti da lei fornita. Fredda e bugiarda, per i pm starebbe proteggendo qualcuno, probabilmente chi le ha finanziato i 70 mila euro. Mamma Tina aveva intuito qualcosa la scorsa estate. I familiari di Luca, intervistati a Quarto Grado, ora dicono: "ci ha mentito, se ha sbagliato è giusto che paghi'.

La Procura e il gip: freddezza e 'professionalità'

C'è grande attesa in vista di mercoledì quando la ragazza, che ha l'obbligo quotidiano di firma in caserma, sarà ascoltata dal gip. Secondo quanto emerso venerdì alla conferenza stampa tenuta in Procura dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino e dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, Anastasia Kylemnyk non intenderebbe recidere i legami che sarebbero consolidati con ambienti della droga.

Delle cinque persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare, lei è l'unica che non sia stata portata in carcere.

Ci sono finiti, invece, con l’accusa di detenzione, cessione di sostanza stupefacente e concorso nell’omicidio, Marcello De Propris, boss del traffico di droga a San Basilio, che ha fornito l'arma detenuta illegalmente dal padre e usata per uccidere Sacchi.

Poi, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, esecutori dell'omicidio già a Regina Coeli, quindi Giovanni Princi al centro della trattativa per l'acquisto di 15 chili di droga.

La Procura aveva chiesto anche per lei la custodia cautelare in carcere per la "sorprendente chiusura ad ogni collaborazione con gli organi investigativi per assicurare alla giustizia gli autori del delitto nei confronti del fidanzato". Il gip, Costantino del Robbio, ha scritto nell'ordinanza di custodia cautelare che "ha agito con freddezza e professionalità nella gestione della trattativa dell'incarico affidatole di detenzione del denaro e di partecipazione alla delicata fase dello scambio". Ma, pur ritenendo concreto il rischio di reiterazione di reati analoghi, ha disposto nei suoi confronti il solo obbligo della firma in caserma perché incensurata e per "il ruolo meramente esecutivo nella compravendita".

Bisogna sottolineare che nessun elemento evidenziato dalla Procura lega Luca Sacchi alla compravendita di sostanze illegali.

La mamma di Luca: 'Anastasia me lo hai fatto portare via'

L'ha raccontato a Quarto Grado, mamma Tina: quest'estate in vacanza in montagna, a Luca ed Anastasia si erano aggiunti anche Giovanni Princi e la fidanzata. La mamma ha notato tra Anastasia e Giovanni uno sguardo di complicità, d'intesa, che non le è piaciuto, le ha lasciato una brutta sensazione. Ha suggerito al figlio di stare attento. Ma Luca, secondo il racconto del padre, si fidava di chi gli stava vicino e non dato alcun peso all'episodio.

Tina, nel vedere le immagini di Anastasia in caserma, ha provato persino tenerezza perché voleva bene a quella ragazza.

Ma ora scopre un'altra persona. "Non è più venuta da me. Se tu vuoi bene a un ragazzo e non c'entri niente, vieni a casa dei genitori. Cinque anni siamo stati insieme". Già a La Vita in diretta, aveva detto ad Anastasia: "Tu devi venire da me, devi guardarmi negli occhi e dirmi quello che è successo perché Luca stava con te, perché Luca non c'entra niente, e tu lo sai".

Anche papà Alfonso che l'ha sempre difesa, ora deve ricredersi: "Anastasia era una figlia, ora non la riconosco più", ha detto. Nelle varie interviste, Alfonso ha precisato che Giovanni Princi non era amico d'infanzia del figlio, ma con lui aveva fatto l'ultimo anno delle superiori e si erano rincontrati appena sei mesi fa.

Luca era a conoscenza o meno, dei traffici di droga di cui l'amico e la fdanzata sono accusati?

Per la Procura, Luca è estraneo ai fatti e non ne aveva conoscenza alcuna. Papà Alfonso l'ha detto e ripetuto: suo figlio era innocente, ha assistito all'aggressione della fidanzata e, ignaro di tutta la storia che c'era dietro, l'ha difesa. I genitori vogliono la verità su di lei come sulle persone che Luca frequentava e che ha ospitato in casa. "Sono entrati nella vita di nostro figlio e ce l'hanno portato via".