Sta a bene e torna a casa, la bella notizia rimbalza sui social tra gli amici della famiglia di Emma: "Non ci crediamo ancora, ma è così, Emma torna a casa"! Queste le parole che la mamma ha postato su Facebook, dopo quasi due mesi di ospedale e una lotta dura tra la vita e la morte. I genitori hanno creato persino un evento per l'8 dicembre, al Parco San Silvestro di Chieri, per festeggiare insieme a tutte quelle persone che in questi 56 giorni hanno tenuto il fiato sospeso insieme a loro.

L'incidente di due mesi fa

La bimba, di due anni e mezzo, il giorno 8 ottobre scorso si trovava nell'area antistante l'asilo "La casa nel bosco" di Chieri, insieme ad altri bambini, quando il freno a mano di un Suv parcheggiato davanti all'asilo si era sganciato e l'auto aveva cominciato a percorrere il tratto in discesa, all'indietro.

I bambini, del tutto ignari, non hanno visto il pericolo incombente, oppure non si sono neanche resi minimamente conto di quello che poteva succedere, si tratta di bimbi molto piccoli, e a quell'età la coscienza del pericolo non esiste affatto. Quattro di loro sono stati investiti dalla macchina, una Toyota Land Cruiser, due se la sono cavata con ferite poco gravi ma trasportati in ospedale con il 118, il quarto è stato medicato direttamente sul posto, mentre Emma era molto grave.

La piccola ha riportato un trauma cranico, un trauma addominale e un trauma toracico, oltre a diverse lesioni; trasferita d'urgenza in sala operatoria, è stata sottoposta ad un lungo e delicato intervento chirurgico alla testa.

Al termine dell'operazione i chirurghi hanno deciso di intubarla e mantenerla in coma farmacologico, per evitarle ulteriori traumi e darle il tempo necessario per riprendersi.

Dopo 16 lunghi giorni la prima buona notizia

Il 24 ottobre, dall'Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, dove era ricoverata Emma, è arrivata la prima buona notizia: "La bimba è cosciente e reagisce agli stimoli".

Il reparto di neurochirurgia, diretto dalla dottoressa Paola Peretta, manteneva però la prognosi riservata, perché le condizioni di Emma rimanevano molto delicate e non era detta ancora, purtroppo, l'ultima parola. Sarebbe stato un iter lungo e pieno di insidie, quello che ancora la aspettava.

Oggi si può soltanto immaginare il calvario dei genitori della piccola, giorno dopo giorno, ora dopo ora, per tutto questo tempo.

I medici del reparto l'hanno definito un miracolo, Emma ce l'ha fatta, un piccolo passo dietro l'altro, fino al ritorno a casa. Ora sta bene, anche se sarà comunque seguita e tenuta sotto controllo costante e puntuale.

Il Suv era di proprietà del padre di una delle titolari dell'asilo

Ma quel giorno, l'8 ottobre, alla guida della Toyota c'era il figlio del proprietario, fratello di una delle titolari dell'asilo, che la stava usando in quel periodo. Aveva dichiarato alla Polizia che aveva correttamente tirato il freno a mano, ma il dato è ancora in fase di accertamento; la Procura di Torino ha avviato l'iter delle indagini per lesioni personali stradali gravissime.