Oggi Capezzano Pianore, frazione di Camaiore (cittadina in provincia di Lucca, in Versilia) ha dato l'ultimo addio a Dario D’Alessandro, sedicenne campione di nuoto pinnato, ma anche di altruismo. Il giovane, soprannominato dagli amici "Pringles", la notte di Natale si è schiantato con lo scooter del papà contro un muretto. Sembra non avesse il casco.

'Ciao Pringles, ciao Ciccio'

Oggi, venerdì 27 dicembre, la Parrocchia Nostra Signora Del Sacro Cuore di Capezzano Pianore era gremita di gente per l'ultimo addio a Dario D'Alessandro. I funerali si sono svolti nel pomeriggio, alle 15: poche ore più tardi rispetto alle esequie, a Roma, di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli (le due sedicenni travolte ed uccise sabato notte nella Capitale).

Tantissimi i ragazzi e le ragazze presenti alla funzione. Dario, aveva tantissimi amici e vantava più di un soprannome, alcuni lo chiamavano 'Pringles' (come le patatine nel tubo), per altri, più affettuosamente, era 'Ciccio'. Un talento in acqua e fuori.

Iscritto al Kama Sub di Camaiore, "Dario il pinnato", era campione italiano under 18 e più volte aveva gareggiato ai Mondiali Junior, rendendo onore ai colori italiani: era imbattibile soprattutto nei 50, 100 e 200 metri monopinna. Vivace e pieno di vita, era un ragazzo "tosto", complesso, ma dal cuore d'oro. L'anno scorso aveva deciso di interrompere le scuole superiori per diventare istruttore e dedicarsi completamente al nuoto. Aveva aderito con entusiasmo al progetto ‘Fiori di loto’, lanciato dai Comuni di Camaiore e Massarosa e lavorava con i disabili.

"Con loro era bravissimo", hanno sottolineato al Kama Sub, ricordando che qualche tempo fa, in piscina era arrivato un bimbo autistico, particolarmente difficile. Nessuno degli istruttori era riuscito a farlo entrare in acqua, ma Dario, con la sua spontaneità l'aveva preso per mano e portato in vasca: "Questo era Dario - hanno concluso - riusciva a fare cose straordinarie ed aveva un talento fuori dal comune".

Forse Dario non indossava il casco

Dario era un vero fuoriclasse, ma non aveva "mezze misure": come tanti campioni di altri sport sapeva vincere anche senza seguire "un regime di vita regolare". Il sedicenne, infatti, aveva uno spirito ribelle ed inquieto. Mamma Diana di origini albanesi ed il papà, un agricoltore della piana, lo sapevano fin troppo bene e, giustamente, erano preoccupati.

La notte di Natale, il giovane, dopo essere rientrato nella sua abitazione, era uscito nuovamente nella notte ed aveva raggiunto gli amici a Pietrasanta, al tradizionale "Camel Ponce". Come spesso faceva aveva preso la Moto del padre, uno scooter con 350 cc di cilindrata. L'incidente è avvenuto intorno alle 2.30 mentre tornava lungo via Sarzanese; il ragazzo ha superato una Fiat Panda ma, durante l'azzardato sorpasso ha "toccato" la vettura e ha perso il controllo del motorino, finendo la sua corsa contro un muretto. Sembra che non indossasse il casco e quindi il violentissimo impatto non gli ha lasciato scampo.