Cogne torna sulle pagine di cronaca: questa volta per una questione economica. L'avvocato Carlo Taormina che aveva difeso Annamaria Franzoni nelle prime fasi del processo, ha chiesto il pignoramento dell'abitazione cui viveva la donna e in cui si è consumato il delitto di cui è stata accusata, a causa del mancato pagamento della donna.

L'avvocato Taormina non sarebbe stato pagato dalla Franzoni per la sua difesa nel caso del delitto di Cogne

La Franzoni torna a far parlare di sé a causa di un contenzioso con il suo primo avvocato, Carlo Taormina. Il legale ha chiesto il pignoramento della casa di Cogne in seguito alla mancata corresponsione della cifra pattuita con la sua cliente: 275mila euro.

Una sentenza ha già condannato Annamaria Franzoni al pagamento della cifra spettante a Taormina, ma la donna fino ad oggi si è opposta.

La sentenza a favore di Taormina risulta esecutiva già dal 2017, quando il Tribunale di Bologna aveva accolto le richieste dell'avvocato che aveva assunto la difesa della Franzoni nelle prime fasi del processo che la vedeva imputata. I 275mila euro, con gli interessi e la cassa previdenza Avvocati, arrivano a più di 470mila. L'unico bene di proprietà di Annamaria Franzoni risulta la metà della villetta di Cogne che nel 2002 fu teatro della tragedia che vide la morte del piccolo Samuele. Per il delitto, la donna ha scontato una pena di 16 anni, ma ha ancora un conto in sospeso con il suo avvocato.

L'udienza dell'11 dicembre deciderà a proposito del pignoramento della villetta di Cogne

Il Tribunale di Aosta si occuperà della vicenda che vede in oggetto il pignoramento della casa a cui Annamaria Franzoni si è opposta. La donna adesso vive sull'Appennino Bolognese e già nella scorsa udienza, la difesa dagli avvocati Maria Rindinella e Lorenza Parenti aveva sostenuto che la villetta faceva parte di un fondo patrimoniale costituito dalla Franzoni e suo marito Stefano Lorenzi.

La prossima udienza è stata fissata per l'11 dicembre e l'avvocato Carlo Taormina sarà difeso da suo figlio Giorgio e dall'avvocato Giuseppina Foderà.

Il delitto di Cogne ha segnato una delle pagine più rilevanti della cronaca nera italiana. Il 30 gennaio 2002 ha perso la vita il piccolo Samuele che aveva appena 3 anni. Per l'infanticidio la prima sospettata, poi riconosciuta colpevole, è stata sua madre, Annamaria Franzoni.

La donna ha scontato 16 anni di condanna, ma si è sempre dichiarata innocente. Il caso Franzoni è stato uno dei primi fatti di cronaca ad avere un notevole interesse mediatico grazie alla presenza televisiva durante le prime fasi del processo. La casa, al centro di numerose perizie e scontri tra difensori e accusatori, adesso si trova ancora una volta ad essere protagonista delle pagine di cronaca.