Un caso di cronaca grave è appena emerso dalla Puglia, con un uomo che è stato truffato per poter andare in pensione. Succede anche questo in Italia, perché capita che, per ottenere aiuto in relazione ad un proprio diritto, la persona a cui ci si affida si dimostra uno sciacallo. La vicenda proviene da Fasano, cittadina sul litorale brindisino. Un uomo che si era rivolto al Patronato per produrre domanda di pensione è stato ricattato dall'operatore di Patronato. E sono scattate le denunce.

Ricostruzione della vicenda

Il titolare di un Patronato sito nel centro di Fasano, avrebbe chiesto a due suoi assistiti prossimi a raggiungere i requisiti per la quota 100, la somma di 1.000 euro per poter andare in pensione.

È stata la Guardia di Finanza a scoprire quella che a tutti gli effetti è una truffa. Le Fiamme gialle locali, dopo la denuncia di uno dei "clienti" del Patronato, hanno provveduto a mettere al setaccio la sede dell'organizzazione a Fasano. La scusa utilizzata dal sindacalista truffatore era sempre la stessa. I mille euro richiesti servono per coprire i vuoti contributivi e poter raggiungere le soglie di accesso alle Pensioni. Nella fattispecie in questione, si trattava di un vuoto contributivo da colmare per arrivare ai 38 anni richiesti per quota 100. Nella speranza di poter andare in pensione e fidandosi di una persona che le leggi le conosce, gli avventori della struttura hanno pagato.

Tutto organizzato alla perfezione

Dalle perquisizioni dei locali sede del Patronato, sono stati rinvenuti numerosi F24 fasulli e strumenti adatti alla falsificazione di questi documenti di pagamento. Nella truffa messa in atto dal responsabile del Patronato infatti, il pagamento dei 1.000 euro veniva giustificato tramite rilascio al malcapitato contribuente di una copia del modello F24 che è quello che comunemente si utilizza per effettuare i pagamenti nei confronti dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Una copia naturalmente falsificata, perché i soldi estorti con questa pratica, ai poveri avventori della struttura, venivano intascati, in maniera fraudolenta, dal titolare della struttura stessa. Sulla vicenda la Guardia di Finanza, che ha denunciato l'uomo, hanno steso un velo di riservatezza e non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali.

Dalle indiscrezioni però, risulta che l'inchiesta stia procedendo anche a ritroso. In pratica, gli inquirenti stanno verificando anche la situazione di altre domande di pensione o di altre istanze dei cittadini che si sono rivolti a quel sindacato. Sembra assai probabile che i due uomini che recentemente sono stati vittima della truffa, non siano i soli.