Roma - Città del Vaticano. Joseph Ratzinger, Pontefice emerito, affida ad un libro, scritto in comunione d'intenti con il cardinale Robert Sarah (in uscita il 15 gennaio 2020), il suo pensiero circa il celibato religioso: la rinuncia al matrimonio rappresenta l'unica via al sacerdozio.

Le ragioni del messaggio di Benedetto XVI

'Silere non possum', così Benedetto XVI rompe il silenzio, promesso dopo le sue clamorose dimissioni, per delineare il suo pensiero circa l'esortazione apostolica emersa dal Sinodo sull'Amazzonia. Nel documento finale, infatti, i vescovi, con 128 voti a favore e 41 contrari, chiedono al pontefice di permettere ai diaconi (uomini sposati con il primo grado del ministero ecclesiastico) di ricevere l'ordinazione sacerdotale.

Bergoglio dovrebbe firmarne a breve l'eventuale approvazione, ma Ratzinger e Sarah (cardinale e prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti) vorrebbero frenare quest'apertura, sempre ribadendo il loro spirito di profonda unità all'interno della Chiesa. La presa di posizione, ben convalidata da profonde tesi teologiche, non intende tanto criticare papa Francesco, quanto piuttosto riportare l'attenzione sul legame ontologico-sacramentale tra celibato e sacerdozio.

Il significato del celibato sacerdotale

Joseph Ratzinger ricorda, attraverso un libro di 175 pagine in parte anticipato da Le Figaro, che l'astinenza dalla sessualità è la base fondante della nuova alleanza tra Dio e l'umanità, realizzata in Cristo.

I primi cristiani, infatti, potevano amministrare i sacramenti, anche se sposati, ma di fronte al solenne impegno alla rinuncia dei piaceri corporali.

Il servizio sacerdotale implica, nella celebrazione quotidiana dell'Eucarestia, uno stato di totale dedizione a Dio che esclude, di per sé, il rapporto matrimoniale, come fonte di possibile distrazione dai compiti ecclesiastici.

Sarah si sofferma sul legame ontologico-sacramentale tra celibato e sacerdozio e delinea scenari catastrofici qualora si indebolisse la legge attualmente in vigore che stabilisce il divieto di matrimonio per gli uomini di Chiesa: il rischio sarebbe quello di oscurare la comprensione ed il valore della vocazione.

Il celibato, pur non essendo un dogma, ma una prassi consolidata nei secoli dall'avvallo implicito ad ogni successione papale, risulta a parere di Ratzinger e Sarah come l'unica via percorribile per rendersi completamente disponibili a Dio.

In verità, papa Francesco, non avrebbe mai dichiarato di voler cambiare le regole vigenti in merito al sacerdozio; intenderebbe, piuttosto, concedere la possibilità di ricevere l'ordinazione a uomini sposati, in età avanzata, di comprovata fede, che vivano in zone isolate o difficili da raggiungere. Ma questo tipo di distinzioni non sembrano interessare al Pontefice emerito e al Cardinale, che muovendosi in area tradizionalista, ribadiscono l'assoluta necessità di mantenere fermo il celibato, come principio imprescindibile per la consacrazione a Dio.