Il Coronavirus scatena liti social tra gli scienziati italiani. Questo accade mentre l'Italia è schizzata in tempi record al terzo posto di una classifica negativa di cui nessuno avrebbe voluto mai conoscerne l'esistenza: quella dei paesi, dopo Cina e Corea del Sud, con maggior numero di contagi da covid-19. In uno scenario in cui si contano 290 infettati e 11 morti, 10 paesi nel lodigiano in isolamento, uno nel padovano, si inserisce la lite a distanza tra due noti virologi, Roberto Burioni, Professore ordinario di Virologia e Microbiologia dell'Università San Raffaele, e Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle emergenze dell'ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento per la Lombardia dove vengono analizzati i campioni di possibili casi di Coronavirus.

Gismondo aveva scritto, in un post rimosso, che è una follia scambiare un'infezione poco più seria di un'influenza per una pandemia letale.

Burioni, in questi giorni molto presente in tv, l'ha accusata di aver detto "una gigantesca scemenza". Ma nella comunità scientifica, non è la sola a sostenere che l'emergenza sanitaria, lungi dall'essere negata o sottovalutata, non debba essere enfatizzata innescando panico e psicosi di massa.

Coronavirus, Burioni contro Gismondo

La disputa tra Burioni e Gismondo è scoppiata dopo che la direttrice del laboratorio dell'ospedale Sacco di Milano aveva scritto sulla sua pagina Facebook che parlare di pandemia è una follia che farà molto male al Paese, soprattutto dal punto di vista economico. Alle sue affermazioni ha risposto via social Roberto Burioni con un commento sarcastico.

"Temo che la signora del Sacco abbia lavorato troppo nelle ultime ore, dovrebbe riposarsi", ha scritto Burioni riferendosi a un dato riportato dalla collega. Gismondo aveva scritto che la scorsa settimana, la mortalità per influenza sarebbe stata di 217 decessi in un giorno. A chi ha fatto notare al virologo che non era elegante definire una collega, "la signora del Sacco", lo stesso aveva risposto che "signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nelle dita". Burioni ha contestato le cifre fornite da Gismondo sostenendo che il coronavirus "non è poco più di un'influenza, dal momento che il 20% dei casi è finito in rianimazione, mentre per l'influenza i casi gravi sono lo 0,003% del totale.

Niente panico, ma niente bugie", ha concluso il virologo.

Coronavirus, la replica della scienziata

La scienziata ha replicato dicendo che Burioni le fa un grande onore definendola 'signora del Sacco' "perché Luigi Sacco è stato un grande immunologo e al Sacco lavorano grandi professionisti". Ma lei non lo definirebbe il 'signore del San Raffaele', e se desidera criticare le sue dichiarazioni, lo faccia in maniera diretta e con dati alla mano. Da parte sua, "stanca e disgustata", non seguirà i commenti via social né replicherà, perché il suo lavoro non è curare un profilo Facebook, ma la Salute della gente. Invita, pertanto, i cittadini a seguire i siti ufficiali di Oms e del Ministero della Salute per una corretta informazione.

"Non posso permettermi di sprecare tempo", ha scritto.

Resta ferma la sua convinzione, ribadita anche oggi intervistata al Tg1, mentre nel suo laboratorio giorno e notte biologi e tecnici sondano tamponi, a ritmo di 50 risultati ai test per coronavirus ogni due-tre ore. Per Gismondo i numeri di casi indicati come positivi non vanno interpretati come numeri e casi di persone ammalate. "Fino ad oggi - ha dichiarato al Tg1 la dottoressa - mi sento di dire che nessuno è morto per infezione da coronavirus, ma è morto per la sua patologia alla quale si è sovrapposta l'infezione da coronavirus". E a 'L'aria che tira' su la7 ha detto: "Ogni anno in Italia per causa indiretta dell'influenza muoiono 2.000-3.000 persone.

Ora stiamo parlando di persone finali oncologiche, o già in pericolo di vita per le loro patologie pregresse".

Coronavirus, il parere della virologa Ilaria Capua

Stesso approccio al problema da parte di Ilaria Capua, virologa italiana di fama mondiale che dirige in Florida il One Health Center of Excellence della University of Florida. La virologa aveva annunciato che il Coronavirus sarebbe arrivato anche da noi, perché non abbiamo gli anticorpi per contrastarlo. Capua l'ha definito una sindrome simil-influenzale. E sul perché il virus stia colpendo l'Italia e vengano fuori così tanti casi di contagi, aveva spiegato giorni fa con un editoriale su La Stampa "perché, semplicemente, abbiamo cominciato a cercarli.

Cioè abbiamo iniziato a porci il problema se certe gravi forme respiratorie simil-influenzali fossero o meno provocate dal coronavirus".

Sino a due settimane fa, negli ospedali cittadini, non c'erano i test diagnostici per riconoscerlo. Viceversa, ci possono essere casi di persone che hanno superato la malattia senza neanche accorgersene, scambiandola per un'influenza. In Italia, ha confermato Gismondo, si stanno facendo troppi tamponi faringei. In altri Paesi quali Francia e Germania, invece, si fanno solo su sintomatologia o su contatto provato.