Il Coronavirus in Italia continua a fare paura, soprattutto dopo il graduale e comunque normale peggioramento del bilancio del contagio: al momento, risultano essere 130 i casi su tutto il territorio nazionale: è la Lombardia la regione più colpita dall'epidemia partita da Wuhan, in Cina. Come stabilito dal Consiglio dei Ministri straordinario che ha avuto luogo ieri, è possibile interrompere in qualunque momento l'attività didattica e le prime regioni italiane che hanno deciso di applicare questa misura di sicurezza sono soprattutto quelle con focolai di contagio.

Coronavirus in Italia: sospesa l'attività didattica in Lombardia e Veneto

Il Veneto, che al momento ha 25 casi del virus proveniente da Wuhan, ha deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado a scopo cautelativo. Luca Zaia ha annunciato di aver firmato il decreto con la collaborazione del Ministro della Salute Roberto Speranza, stabilendo così la sospensione dell'attività didattica fino al primo marzo, a meno che non ci sia bisogno di un ulteriore prolungamento. Vo' Euganeo, dove sono avvenuti i primi due casi di contagio, è invece posto sotto isolamento.

La Lombardia, invece, che per quanto riguarda il coronavirus in Italia è la regione più colpita in assoluto, ha ugualmente stabilito la chiusura delle scuole su tutto il territorio.

Già in mattinata il sindaco Giuseppe Sala aveva annunciato di essere impegnato nel tentativo di chiudere le scuole nel capoluogo, Milano, che ha registrato due casi. Le funzioni religiose sono state interamente sospese, soprattutto per i pericoli rappresentati da gesti che tipicamente vengono compiuti durante le messe, come il caratteristico 'segno di pace'.

Nel Lodigiano, invece, resteranno aperti i negozi alimentari affinché i cittadini abbiano la possibilità di fare rifornimenti in vista della lunga quarantena prevista.

Scuole chiuse in Piemonte per il Coronavirus in Italia, conferma anche l'Emilia Romagna

Per limitare la diffusione del Coronavirus in Italia anche il Piemonte ha deciso di prendere dei provvedimenti piuttosto drastici.

A seguito della riunione della Protezione Civile a Torino si è deciso di lasciare chiuse le scuole in tutto il Piemonte - malgrado la regione abbia registrato un numero inferiore di casi rispetto alle altre - almeno per una settimana. Come sempre, il provvedimento potrebbe essere prolungato qualora, fra 7 giorni, ve ne fosse bisogno.

In Trentino Alto Adige è stata invece comunicata la decisione di sospendere le attività delle Università e degli asili, ma non è arrivata nessuna ordinanza per quanto riguarda le scuole, in quanto era già stata disposta la loro chiusura per via delle vacanze di Carnevale. L'Emilia Romagna, che al momento presenta 16 casi positivi, ha stabilito la sospensione dell'attività didattica in tutta la Regione, dopo i numerosi dubbi delle ultime ore.

Quindi non solo nel piacentino è stata disposta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.

Attività didattica sospesa in Friuli Venezia Giulia, sospesi i concorsi nel Lazio

In Friuli Venezia Giulia, invece, sebbene al momento non siano stati registrati casi positivi, si è deciso a scopo precauzionale di chiudere tutte le scuole. Anche le manifestazioni culturali e sportive saranno sospese, come del resto è avvenuto in Lombardia, dove anche le partite di Serie A sono state rimandate.

La situazione è diversa nel Lazio, dove a seguito delle tre positività registrate lo scorso mese, tra cui quella della coppia cinese ormai guarita e del ricercatore italiano proveniente dalla Cecchignola (già dimesso), è stato deciso di prendere ugualmente provvedimenti.

Le scuole resteranno aperte, a meno che non ci siano cambiamenti dell'ultimo minuto, ma alcuni concorsi regionali sono stati sospesi (quelli le cui prove scritte sono in programma nei giorni 25, 26, 27 e 28 febbraio) come quelli nazionali previsti a Roma. Al Campus bio-medico la prova di ammissione alla laurea in Medicina e Chirurgia sarebbe stata rimandata. Al momento si tratta di una situazione in continuo divenire per via dell'aggiornamento dei casi positivi di Coronavirus in Italia, dunque è possibile che presto anche altre regioni comunichino le loro decisioni circa l'attività didattica.