"C'è un bombardamento di notizie che fomentano la paura, c'è stato un lavaggio di cervello collettivo. Sembra che siamo in guerra. Ma non siamo in guerra", sdrammatizza così la dottoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio Microbiologia clinica, Virologia, Diagnostica bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. La virologa di 66 anni parla in un'intervista a "Repubblica" del suo lavoro con un'equipe di otto medici e 15 tecnici che da due settimane non si ferma mai, proseguendo anche di notte. Si rivela soddisfatta della dichiarazione del Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, il quale ha dichiarato che questa sarebbe una "normale influenza".

La dottoressa Gismondo sostiene infatti che si stiano creando troppi allarmismi in merito all'emergenza Coronavirus: si tratterebbe, a suo parere, della presenza di un virus che sta passando da una persona all'altra, sul quale i media hanno creato troppo panico e sul quale c'è stata troppa "strumentazione politica". La virologa si sente in dovere di dare delle risposte alle persone e chiarisce anche la questione delle mascherine: "La mascherina la mettiamo quando esaminiamo i campioni. E i pazienti infetti, certo. Ma per il resto è meglio una maschera di Carnevale". L'esperta condivide la sua idea sull'inutilità delle mascherine, spiegando che lei stessa non la indossa quasi mai e invitando tutti a lavarsi spesso le mani, la misura di prevenzione più importante sempre.

Gismondo sulla lite con Burioni: 'Lasciamolo alla sua gloria'

Tre giorni fa c'è stato uno screzio sui social tra la Gismondi e Roberto Burioni, professore dell'Università San Raffaele, poiché la dottoressa aveva scritto in un post sulla sua pagina Facebook (successivamente rimosso) che si stava scambiando un'infezione poco più seria di un'influenza per una pandemia.

Burioni l'aveva quindi accusata di aver sminuito il problema e di aver detto "una gigantesca scemenza". C'è stata una sorta di lite-social tra scienziati sull'interpretazione del coronavirus, terminata con durissime reazioni sotto i post.

Nel'intervista, quando alla Gismondi viene menzionato il suo diverbio con il professor Burioni, lei risponde sobriamente: "Lasciamolo alla sua gloria".

Un modo "elegante" per non aizzare ulteriori polemiche e battibecchi.

Quanto durerà il coronavirus

Al termine dell'intervista alla fatidica domanda: "Quanto durerà il coronavirus?", la dottoressa Gismondo risponde sorridendo: "Non penso che la settimana prossima si possa non parlare di coronavirus". Ammette dunque che l'allerta durerà ancora un po' ed evidenzia una preferenza nel lavorare sui batteri e non sui virus. Quando tutto sarà finito fa una promessa a se stessa: si farà fare un ciondolo a forma di coronavirus in segno di "trofeo" e se lo appenderà al collo. Ottimismo e sarcasmo emergono dalle parole e dall'atteggiamento di questa tenace e stacanovista scienziata, che conclude dicendo al giornalista: "Si lavi le mani. Il bagno è la porta di fronte".