La pandemia di Coronavirus spaventa anche la Sardegna, regione nella quale ad oggi, lunedì 23 marzo, si contano oltre 300 contagiati.

Una delle situazioni che destano maggiore attenzione è quella che riguarda la cittadina di Tempio Pausania, più di 13 mila abitanti, posta in provincia di Sassari (ovvero quella che conta il maggior numero di persone positive). Secondo quanto riferito dal sindaco, infatti, nella giornata di sabato 21 marzo vi sono stati cinque decessi, tre dei quali avvenuti in ospedale. Di quest'ultimi, due sono per insufficienza respiratoria accompagnata da polmonite bilaterale.

Nella struttura sanitaria in questione vi è però già un caso confermato di coronavirus e, nonostante questo, nessuno ha effettuato i tamponi agli altri pazienti e al personale medico.

Coronavirus, la lettera inviata all'assessore

Per questo il sindaco di Tempio, in rappresentanza dei sindaci dell'Alta Gallura, ha deciso di scrivere una lettera di denuncia all'Assessore alla Sanità sarda Mario Nieddu e alla Procura di Tempio. All'interno della lettera, riportata integralmente dall'ex Presidente della Regione Mauro Pili, si parla di situazione vicina al collasso: "Segnalo la situazione di potenziale pericolo che si è venuta a creare all'interno dell'ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania che, prima per un caso di coronavirus in ortopedia (poi trasferito a Nuoro, ndr) e ora per ciò che sta avvenendo nel reparto di medicina, rischia di divenire un vero e proprio focolaio.

Mi arrivano segnalazioni da parte di operatori sanitari secondo i quali all'interno del reparto di medicina vi è un paziente positivo, che si trova in isolamento e che non può essere trasportato nella sezione ospedaliera apposita dedicata al virus. Gli altri pazienti, però, non possono né essere trasferiti né essere dimessi: ciò perché non vi sono tamponi disponibili e, di conseguenza, non si possono effettuare i test".

'Nessun tampone agli assistenti sanitari'

Ma la lettera di denuncia prosegue: "Al sottoscritto risulta che il reparto di medicina dove è ricoverato il paziente positivo non è stato né sanificato né chiuso. I pazienti sono ancora ricoverati e il personale medico e di assistenza ospedaliera non è stato sottoposto a nessuna misura di sicurezza per circoscrivere il contagio.

A loro non è stato svolto nessun tampone, né sono stati posti in isolamento domiciliare. L'unica cosa che gli è stata detta è di limitarsi agli spostamenti casa-ospedale per continuare a svolgere il proprio lavoro. Nel reparto di ortopedia, invece, è stata svolta la sanificazione ma anche in questo caso il personale non è stato sottoposto per intero ai test e continuano a lavorare. Inoltre il personale ospedaliero continua a muoversi all'interno di tutto l'ospedale e a frequentare i luoghi in comune presenti nella struttura. Tra questi vi è il bar, frequentato anche dalle persone esterne all'ospedale. Un numero altissimo di potenziali contagiati e di diffusori di contagio. La situazione di rischio, in questo caso, può interessare potenzialmente tutta la cittadinanza".

A Tempio cinque decessi sospetti

Ma la lettera, poi, prosegue con la notizia di cinque morti sospette: "L'Ufficio di stato civile di Tempio ha comunicato che sabato 21 marzo sono decedute cinque persone: 3 in ospedale e 2 nelle loro case. Delle tre morti avvenute nelle strutture sanitarie, tutte sono avvenute nel reparto di medicina e due hanno come causa una insufficienza respiratoria con una polmonite bilaterale ". A nessuna di queste cinque persone però è stato fatto il tampone per verificare se avessero o meno il virus, in modo da poter eventualmente agire con misure di contenimento.