Non si arresta l'esodo dei cittadini pugliesi provenienti dal Nord Italia: dall'8 marzo ad oggi sono più di diecimila le persone che hanno segnalato alle autorità regionali di competenza il proprio rientro dalle zone settentrionali. Gran parte di essi proviene proprio dalle ex "zone rosse", in primis la Lombardia.

La rabbia di Emiliano: 'Così ci portate altri focolai del contagio'

Il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, non nasconde la propria disapprovazione nei confronti di questo ennesimo esodo. Sin dall'inizio dell'emergenza, Emiliano ha cercato in ogni modo di arginare l'enorme afflusso di persone provenienti dal Nord Italia.

Ciascuno dei decreti emanati dal Governo per fronteggiare l'emergenza sanitaria infatti, pur restringendo progressivamente le misure precauzionali, ha sempre lasciato la libertà di potersi spostare dalle zone più colpite dal Coronavirus verso il resto d'Italia, a patto che tali movimenti fossero motivati dal bisogno di rientrare presso il proprio domicilio, da ragioni lavorative o, ancora, da necessità di salute.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: dal 29 febbraio ad oggi sono 16.645 coloro che hanno segnalato il proprio ingresso nella regione Puglia alle autorità sanitarie; a questa cifra, di per sé già importante, si aggiungono tutti coloro che possono essere rientrati senza autodenunciarsi; il numero finale degli ingressi è stato stimato in circa 30.000 persone, una cifra davvero preoccupante che potrebbe mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale.

A nulla sono valsi i continui messaggi di Emiliano, che ha chiesto più volte ai corregionali di non recarsi in Puglia, specie se provenienti dalle regioni-focolaio del contagio; immediata l'ordinanza con cui ha cercato di disciplinare l'ondata di arrivi, obbligando chiunque provenisse dalle ex "zone rosse" a segnalare alle autorità competenti il proprio arrivo e a mettersi in quarantena volontaria per il periodo necessario di 14 giorni.

"Avrete sicuramente esibito le vostre legittime autocertificazioni ai soldati, fatto sta che ci state portando tanti nuovi focolai di contagio, che avremmo potuto evitare": così il Governatore pugliese ha commentato le immagini degli ennesimi treni carichi di pugliesi provenienti dal Nord, esprimendo rabbia e amarezza per una situazione che sta diventando allarmante.

L'allarme del Governatore: 'Il sistema sanitario pugliese potrebbe non reggere'

"Un sovraccarico del genere del sistema sanitario pugliese sarà difficilissimo da gestire": questo l'allarme di Emiliano, preoccupato per l'aumento degli ingressi in Puglia negli ultimi giorni. I pugliesi contagiati, attualmente, sono 166, di cui 7 deceduti e 50 nuovi casi registrati solo nella giornata di ieri; il timore del Governatore si basa soprattutto sulla consapevolezza che il sistema sanitario pugliese può contare su un numero limitato di posti in terapia intensiva e, per quanto migliorato, non regge il confronto con quello lombardo, che pure sta mostrando segni di affaticamento nelle ultime ore.

Per fronteggiare l'emergenza la Regione ha scelto di dedicare alcune strutture ospedaliere ad accogliere esclusivamente i pazienti affetti da Covid-19; questa soluzione, già adottata in alcune regioni settentrionali, eviterebbe di diffondere il contagio ai pazienti ricoverati per altre motivazioni.

L'ospedale "Miulli" di Acquaviva delle Fonti, che può contare su circa 300 posti letto, è stato già attrezzato a tale scopo; ulteriori criticità, però, riguardano alcune attrezzature, essenziali a fronteggiare le complicanze derivanti dall'influenza da coronavirus, quali, ad esempio, i ventilatori necessari a supportare la respirazione e i cui tempi di consegna si sono allungati improvvidamente.

Nuova ordinanza di Emiliano: quarantena obbligatoria per chiunque giunga in Puglia, a prescindere dalla provenienza

La preoccupazione della Regione emerge nell'ordinanza che il Presidente della Puglia ha appena emanato: chiunque giunga in Puglia, sia dall'estero che da una qualunque delle regioni italiane, ha l'obbligo di:

  • segnalare la propria presenza ad Asl o medico di base;
  • rispettare la quarantena obbligatoria di 14 giorni ed estenderla a tutti coloro che condividono il domicilio;
  • rendersi reperibile da parte delle autorità in qualsiasi momento;
  • in caso di comparsa di sintomi compatibili con l'influenza da coronavirus, contattare il medico di base o l'Asl telefonicamente e non recarsi presso le strutture sanitarie autonomamente;
  • evitare qualsiasi tipo di viaggio o spostamento sul territorio.

Alla luce delle problematiche sopra evidenziate, risulta imperativo collaborare con le autorità e rispettare le normative vigenti, nella speranza che si riesca ad evitare un picco di contagi o, quantomeno, a fronteggiarlo nel migliore dei modi.