Pellegrinaggio a Roma ieri pomeriggio di Papa Francesco per pregare per la fine della pandemia. Poco dopo le 16, il sommo pontefice è uscito dal Vaticano per andare a pregare dinanzi a due icone della devozione dell'Urbe. Il papa si è recato in primo luogo alla basilica di Santa Maria Maggiore, l'antica basilica liberiana, dove ha pregato davanti all'icona bizantina denominata "Salus populi romani", salute del popolo romano, e indicata anche come protettrice dell'umanità. L'icona, raffigurante una Madonna col Bambino, si trova attualmente nella cappella Paolina dell'antica basilica.

Papa Francesco a piedi per via del Corso

Dopo aver pregato dinanzi alla Madonna col Bambino, Papa Francesco, in forma privata, si è diretto poi verso la chiesa di San Marcello al Corso. Papa Francesco, a dimostrare la sua volontà di condurre un vero e proprio pellegrinaggio, ha camminato a piedi lungo via del Corso, una via generalmente dedicata allo shopping e ieri insolitamente deserta a causa delle restrizioni imposte dal governo per decreto, allo scopo di cercare di contenere la diffusione del contagio da Coronavirus.

Papa Francesco prega per la fine della pandemia

Giunto presso la chiesa di San Marcello al Corso, il papa è entrato e si è seduto davanti al crocifisso ligneo ritenuto "miracoloso", lo stesso che nel 1552, portato in processione per le vie di Roma, secondo i cronisti dell'epoca fece cessare la peste.

L'antichissimo crocifisso - come è stato definito - si salvò miracolosamente da un tremendo incendio che nella notte tra il 22 e il 23 maggio 1519 provocò la distruzione dell'intera chiesa. Venne rinvenuto intatto assieme alla lampada di vetro che gli ardeva solitamente davanti. Tutto attorno solo distruzione e macerie.

Da allora, i romani hanno tributato sempre una grande devozione a questo crocifisso.

All'epoca si trovava nell'altare maggiore. Tre anni dopo l'incendio, nel 1552, durante una tremenda epidemia di peste che imperversava per Roma, per volere di Raimondo, il cardinale titolare della chiesa di San Marcello al Corso, il crocifisso venne portato a spalla in processione per sedici giorni, dal 4 al 20 agosto 1522.

Fece tappa in tutti i rioni di Roma.

Sfilarono dietro il crocifisso prelati, cavalieri, uomini e donne, "scalzi et coverti di cenere", raccontano le cronache, invocando tutti la "misericordia del santissimo Crocifisso". Quando il simbolo religioso fece rientro nella chiesa, al termine della lunghissima processione, la peste per Roma risultò debellata. Fu così che il crocifisso divenne "miracoloso".

Dal 1600, la processione del crocifisso ligneo - dietro al quale sono incisi i nomi di vari papi e gli anni di indizione del Giubileo - dalla chiesa di San Marcello al Corso in direzione della Basilica di San Pietro è una tradizione degli anni giubilari.

Papa Francesco: 'Grazie ai sacerdoti che davanti a epidemia non fanno il don Abbondio'

A distanza di secoli, ieri, Papa Francesco, che nei giorni scorsi è stato sottoposto al tampone risultando negativo al test coronavirus, è uscito in preghiera appellandosi nuovamente al santissimo crocifisso di San Marcello al Corso e alla protettrice dell'umanità.

Durante l'Angelus del mattino, trasmesso in diretta streaming, il pontefice ha fatto allusione ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. "Vorrei ringraziare i sacerdoti che hanno mille modi per essere vicino al popolo, sacerdoti con lo zelo apostolico che hanno capito bene che in tempi di pandemia non si deve fare il don Abbondio", ha detto il Santo Padre, ringraziando i preti in prima linea della Lombardia e quelli di tutto il mondo.