Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio una sanità di livello mondiale come quella della Lombardia. Il timore, a questo punto, è che la pandemia possa mettere a dura prova anche altri territori che non avrebbero le stesse possibilità dei sistemi sanitari europei di monitorare la diffusione del contagio.

Il riferimento dell'Oms va direttamente all'Africa. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, senza particolari giri di parole, ha fatto capire che si teme il peggio per il continente invitando le autorità territoriali alla massima prevenzione possibile.

Ma ci sono anche altri timori.

Su tutti quelli delle terre di frontiera italiane come Lampedusa. L'arrivo di nuovi migranti potrebbe diventare un'eventualità insostenibile, con la pandemia in atto a complicare e non poco le carte in tavola.

Il direttore generale dell'Oms teme per l'Africa

Al momento l'Africa può 'vantare' un numero di contagio piuttosto basso, di poco superiore alle 400 unità. Non è purtroppo chiaro però se il dato sia realmente così basso o se più semplicemente le autorità locali stanno difettando nei controlli. Il sospetto arriva direttamente dal direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'africano Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Il consiglio - ha detto - che posso dare al mio continente è di prepararsi al peggio e di prepararsi ora.

Il mio continente deve svegliarsi, deve reagire".

Terre di frontiera come Lampedusa si sentono a rischio

Il rischio è che l'Africa, come il resto del mondo, possa diventare un ricettacolo del virus anche per un sistema sanitario impossibilitato ad affrontarlo. Accade perciò che territori di frontiera come l'Italia, la Sicilia e Lampedusa in particolare, possano sentirsi in pericolo sulla base di possibili sbarchi sulle proprie coste.

E' quanto emerge da quello che è quasi un grido d'aiuto da parte del sindaco di Lampedusa Toto Martello. Il primo cittadino ha sottolineato l'impossibilità di accogliere nuovi migranti in strutture adeguate e lontane dalla popolazione locale. "Ho chiesto - così come riportato dall'Agi - di rafforzare i controlli in mare. Se dovessero verificarsi altri sbarchi autonomi - cioè persone che a bordo di piccole imbarcazioni arrivano direttamente sull'isola - non potremo fare altro che chiedere di farli stazionare in un'area circoscritta e distante dal centro abitato fino al loro trasferimento in altre località idonee all'accoglienza".

La distanza, ovviamente, prefigurerebbe tutta una serie di difficoltà nell'assistere le persone appena arrivate. Il primo cittadino non si sente comunque al sicuro e chiede protezione attraverso il pattugliamento delle coste e l'eventuale dirottamento dei migranti verso località con maggiore ricettività in strutture adeguate a trattenere i migranti in quarantena.