All'alba del 22 aprile i carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni di Latina, coadiuvati dai colleghi dei comandi provinciali di Latina, Frosinone e Terni, hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare a Fondi nei confronti di altrettante persone, accusate dei reati di ricettazione e rilascio di ricette mediche false, truffa nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale, detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti. Le ordinanze, quattro in carcere e tre ai domiciliari, sono state firmate dal gip presso il Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.

L'operazione denominata 'Compressa Express'

L'operazione "Compressa Express" è iniziata nel 2018 con una indagine condotta dai militari del Nas della città di Latina, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Valentina Gianmaria. Gli investigatori, nel corso del proprio lavoro, hanno verificato delle sospette prescrizioni mediche rilasciate in varie farmacie della provincia pontina e nel resto della regione, perché sono state ritirate delle medicine di tipo oppiaceo. I carabinieri hanno scoperto, andando avanti nelle verifiche, un'eccessiva prescrizione di un farmaco semisintetico, avente come principio attivo l'ossicodone, un elemento ricavato dai laboratori farmaceutici che ha nella sua struttura molecolare dei componenti simili alla morfina e alla codeina.

Gli ulteriori approfondimenti seguiti a questa scoperta hanno permesso di appurare come si sarebbero svolti i fatti, con il coinvolgimento di sette cittadini fondani, tutti gravati da diversi precedenti penali a loro carico.

Il modus operandi

Sono 340 gli episodi censiti dai Nas, nei quali i componenti dell'organizzazione criminale si sono recati nelle farmacie laziali, in particolare quelli delle zone di Latina e Roma, allo scopo di effettuare la spendita di ricette mediche, falsificate nel contenuto, poi risultate provento di pregressi furti perpetrati ai danni di aziende ospedaliere, studi medici e di medicina generale”.

Il tutto certificato da timbri rubati con le stesse modalità. I medicinali sottratti al servizio sanitario hanno un valore di circa 20mila euro. Si stima che il meccanismo abbia procurato ai soggetti circa 12 mila compresse, acquistate con il denaro pubblico, poi rivendute ad una piazza di spaccio parallela al costo di 10 euro l'una.