E' stato recentemente individuato dai pediatri dell'ospedale Papa Giovanni XXIII che la malattia di Kawasaki, una patologia infiammatoria piuttosto grave che colpisce in particolar modo i bambini in tenera età, potrebbe essere legata al nuovo virus Sars-CoV-2. Negli ultimi trenta giorni l'incidenza di questa malattia è stata addirittura trenta volte maggiore rispetto al passato, per il personale medico della struttura lombarda esistono prove certe che il responsabile del nuovo trend sia proprio il nuovo coronavirus.

Un numero di casi particolarmente elevato è stato riscontrato anche in Piemonte ed in Liguria ma la notizia, arrivata dalla struttura ospedaliera di Bergamo, rappresenta solo una conferma di una maggiore incidenza di casi che potrebbe essere collegata al Sars-CoV-2, così come suggerito da una equipe di medici britannici e come testimoniato dal “cinguettio” su Twitter rilasciato dalla Pediatric Intensive Care Society poi confermato dalla rivista specializzata Health Service Journal.

La malattia di Kawasaki

La sindrome linfonodale muco-cutanea, conosciuta anche come malattia di Kawasaki, non è altro che un'infezione dei vasi sanguigni che colpisce in modo particolare i bambini al di sotto dei cinque anni di età. I principali sintomi di questa patologia sono febbre molto alta, congiuntivite, labbra secche e lingua color fragola. Altre manifestazioni tipiche della malattia di Kavasaki riportate nei due documenti sono un'infiammazione cardiaca e problemi gastrointestinali quali diarrea e vomito, entrambi sintomi che sono stati riconosciuti nei pazienti affetti da Coronavirus.

Gli studi effettuati dai pediatri di Bergamo

I medici dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo hanno così spiegato il legame tra la sindrome linfonodale muco-cutanea e il Sars-CoV-2: "Anni fa, alcuni virus appartenenti alla famiglia dei Coronavirus sono stati considerati la causa scatenante della malattia di Kawasaki.

Sars-CoV-2 ne costituisce un esempio". In un intervento separato, il dottor Lucio Verdoni, remautologo pediatra dell'ospedale bergamasco, ha dichiarato: "Negli ultimi sessanta giorni ci siamo resi conto che giungevano al pronto soccorso pediatrico molti bambini ai quali veniva diagnosticata la malattia di Kawasaki. Il numero dei casi di questa malattia ha eguagliato quelli verificatisi negli ultimi 3 anni e, nell'ultimo mese, l'incidenza è stata 30 volte maggiore rispetto al passato".

Nell'ultimo mese, di fatti, sono stati registrati 10 casi contro i 2 o 3 che normalmente si presentano in un anno. Il dottor Verdoni ha poi proseguito: "Esistono chiare prove che confermano come il vero responsabile della malattia di Kawasaki degli ultimi due mesi sia proprio il Sars-CoV-2".

I casi in Lombardia, Piemonte e Liguria

Anche Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, si è occupato del fenomeno: "Da qualche settimana abbiamo iniziato a raccogliere una serie di dati, che confermano la diffusione della malattia di Kawasaki in alcune zone italiane, soprattutto in Lombardia, Piemonte e Liguria" ha dichiarato il medico all'Agi (Agenzia giornalistica Italia). Da una lettera inviata dalla Sip (Società italiana di pediatria) ai pediatri italiani emerge che molti dei bambini affetti da questa malattia, in occasione del ricovero, sono risultati positivi al virus SARS-COV-2 o hanno avuto contatti con pazienti affetti. All'ospedale Gaslini di Genova, fra i bambini ricoverati negli ultimi trenta giorni, sono in cura cinque bambini contro una media normale di dieci casi all'anno.