Dopo nove anni gli Stati Uniti tornano a organizzare il lancio di uomini nello spazio. Questo storico traguardo è stato possibile solamente grazie a una compagnia privata, la SpaceX, fondata da Elon Musk. Demo-2, la prima missione interamente americana dal 2011, è partita alle 21:22 (ora italiana) di sabato, quando la navicella Crew Dragon ha iniziato il proprio viaggio dalla rampa 39/A del Kennedy Space Center a Cape Canaveral, quella tradizionalmente utilizzata per le missioni Apollo sulla Luna, e poi anche per quelle dello Space Shuttle, che hanno permesso di costruire la Stazione Spaziale Internazionale.

Ed è proprio verso la Iss che la navicella è attualmente diretta. A bordo della Dragon ci sono due veterani della Nasa, che collabora in questa nuova avventura: si tratta degli astronauti americani Robert Behnken e Douglas Hurley, rispettivamente di 49 e 53 anni, entrambi con due voli nello spazio già all’attivo.

Lo spettacolare avvio della missione di SpaceX

Fino a 40 minuti dal lancio diverse grandi nuvole hanno minacciato un ulteriore rinvio della partenza, dopo quello di mercoledì, quando una tempesta di fulmini aveva portato la Nasa, che gestisce le fasi tecniche della missione, a prendere la decisione di rimandare tutto di qualche giorno. Ma per fortuna dopo un po’ il cielo si è rischiarato: così il conto alla rovescia è potuto avvenire sotto gli occhi di Donald Trump e del suo vice Mike Pence.

Il razzo Falcon 9 che trasportava la Crew Dragon si è così alzato in volo nel cielo della Florida. Gli ultimi momenti prima dell’avvio della nuova missione sono stati spettacolari: tutto è stato studiato nei minimi dettagli da SpaceX. I due astronauti non sono arrivati sul pulmino grigio solitamente utilizzato in passato, ma a bordo di un Suv Tesla – altra azienda posseduta da Elon Musk – indossando delle tute spaziali appositamente create da Jose Fernandez, costumista di Hollywood che per questo lavoro si è chiaramente ispirato alle divise dei supereroi.

L’entusiasmo della Nasa e di Trump per l’avventura di SpaceX

Prima di partire Hurley ha pronunciato una frase storica: “Accendiamo questa candela”.

Si tratta delle stesse parole utilizzate da Alan Shepard il 5 maggio 1961, quando diventò il primo astronauta americano a volare nello spazio con la capsula Freedom 7 del programma Mercury. Infatti questa missione è vista come un nuovo inizio dall’8 luglio 2011: quel giorno lo Shuttle Atlantis è partito per l’ultima volta da Cape Canaveral. Negli anni successivi gli astronauti americani hanno sempre utilizzato le navicelle russe Soyuz, lanciate dalla base di Baikonur, in Kazakistan. Dal canto suo la Nasa, con questa collaborazione con i privati, ha visto dimezzarsi i costi di un lancio nello spazio, perché la progettazione e la costruzione di Crew Dragon è stata interamente realizzata da SpaceX.

“Oggi abbiamo fatto la storia, è iniziata una nuova era” hanno dichiarato da Cape Canaveral. Anche il presidente Trump non ha trattenuto l’entusiasmo: “Tutto ciò è incredibile – ha commentato – questo lancio rappresenta il coraggioso e trionfante ritorno americano tra le stelle”.

Le prime fasi della missione organizzata da SpaceX

Durante le prime fasi della missione tutto ha funzionato perfettamente. Dopo circa nove minuti dalla partenza, il razzo Falcon 9, al suo ottavo lancio, è atterrato senza problemi sulla piattaforma galleggiante nei mari della Florida. Infatti il vettore è riutilizzabile più volte: questa innovazione che ha permesso di abbattere i costi da parte di SpaceX. Successivamente, passati dodici minuti dal decollo, anche il secondo modulo si è staccato: in questo modo la Dragon è rimasta in orbita a circa 200 chilometri di altezza. Inoltre, a circa 20 minuti dal lancio, la capsula ha sorvolato anche l’Italia: per pochi minuti è stata visibile, come un puntino luminoso, nei cieli del Nord Est.