Tony Allen è morto, il batterista nigeriano si è spento ieri a Parigi, aveva 79 anni. A darne l’annuncio il manager del musicista, che però non ha reso note le cause. Tony Allen ha dato un grandissimo contributo alla musica, è stato infatti uno tra i maggiori esponenti del genere “Afrobeat”, un particolare stile musicale nato in Africa occidentale a ridosso degli anni Settanta.

Morto per cause sconosciute

Come è stato reso noto dal suo manager nelle ultime ore, Tony Allen è morto ieri a Parigi. “Non conosciamo con esattezza la causa della sua morte” ha dichiarato Eric Trosset, ma è certo che il musicista non si è spento per aver contratto il Coronavirus, il virus pandemico che sta mietendo vittime in tutto il mondo.

“Addio Tony, I tuoi occhi hanno visto quello che la maggior parte di noi non è riuscito a vedere. Sei la persona più in gamba della terra. E come dicevi sempre, non c’è mai fine”, con queste parole il manager ha voluto salutare e omaggiare il batterista sui social.

La nascita dell'Afrobeat

Tony Allen è nato in Nigeria, nella città di Lagos il 20 luglio 1940. Imparò a suonare da autodidatta a 18 anni e venne ispirato e profondamente segnato dalla musica di artisti quali Dizzy Gillespie e Charlie Parker, così come le melodie africane contemporanee. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta fece parte della band "Africa 70" guidata da Fela Kuti, considerato l’inventore dell’Afrobeat, in qualità di batterista.

Insieme produssero circa una quarantina di album tra cui alcuni divenuti classici di grande successo. Un esempio è “Gentleman” del 1973 e “Expensive Shit” del 1975, senza dimenticare il capolavoro afrobeat intitolato “Zombie” del 1976. L’influenza musicale acquisita nella band e la conoscenza di Fela Kuti saranno fondamentali per la sua carriera futura.

Qualche tempo più tardi, infatti, lascia la band e si cimenta in un nuovo stile tutto suo, che si avvicina maggiormente alla musica elettronica, dub e rap. Questo nuovo genere fu definito da Tony Allen con il nome di “Afrofunk”. Gli anni successivi vedono la collaborazione del musicista con moltissimi artisti, tra cui Sébastien Tellier, Charlotte Gainsbourg e Damon Albarn.

Con l’ultimo diede origine al gruppo “The Good, The Bad and The Queen" nel 2006. Divennero parte della band anche Paul Simonon, ex bassista dei Clash e Simon Tong, ex chitarrista dei Verve.

Tony Allen in Italia nel 2017

Il batterista era stato anche in Italia per una serie di concerti. In uno degli ultimi, precisamente nel 2017, si è esibito sfidando anche il mal tempo di Bari, ottenendo un grandissimo successo. “Il miglior batterista di sempre, uno dei più grandi musicisti del ventesimo e ventunesimo secolo”, così è stato definito Tony Allen dal musicista britannico Brian Eno. “Senza Tony Allen non ci sarebbe l’afrobeat” ha dichiarato in passato Fela Kuti.