Dopo i primi controlli a campione, il test rapido salivare (Trs) che dovrebbe permettere di rilevare la positività o meno al nuovo Coronavirus, sarebbe risultato conforme all'uso.

I primi prototipi sperimentali sono stati realizzati in seguito ad una collaborazione tra l'Asst dei Sette Laghi di Varese e l'Universita dell'Insubria.

L'utilizzo e la sperimentazione

Il test è piuttosto semplice e rapido (si completa al massimo in 6 minuti) e potrebbe anche essere utilizzato senza l'ausilio di un medico. Il suo funzionamento è simile a quello di un test di gravidanza e si basa sulla saliva.

Il liquido salivare viene assorbito da un tampone reagente: se l'indicatore di base si sposta su una barra, il risultato è negativo, mentre se va su due barre è positivo.

La ricerca di questo nuovo potenziale strumento di lotta al virus è stata avviata dal ricercatore di Odontoiatria Lorenzo Azzi e dal professore di Biochimica Mauro Fasano. I laboratori dell'Insubria di Busto Arsizio, diretti dalla ricercatrice Tiziana Alberio, si sono occupati della realizzazione dei reagenti e dei kit. Presso i laboratori di Microbiologia dell'Ospedale di Circolo di Varese, invece, sono state effettuate le prime sperimentazioni del Trs.

Sotto la direzione del professor Fausto Sessa, l'equipe medica ha già passato al vaglio in poco più di due settimane 137 campioni salivari.

Questi ultimi sono stati analizzati anche con test molecolare dalla ricercatrice Andreina Baj.

Il test rapido salivare dovrà essere ulteriormente migliorato prima della seconda trance di produzione. Lo scopo principale di quest'esame è la rilevazione della positività soprattutto nei soggetti asintomatici, come ha spiegato a La Stampa il professor Lorenzo Azzi.

La produzione e la certificazione dei test

L'azienda incaricata alla produzione del Trs è la NatrixLab di Reggio Emilia che sta lavorando alla messa a punto di nuovi prototipi necessari alla validazione. Successivamente si dovrebbe passare alla produzione in larga scala che consentirebbe al Trs di essere messo in commercio ad un costo massimo di 20 euro.

Prima della commercializzazione, però, sarà necessario ottenere la certificazione. Mauro Fasano a La Stampa ha dichiarato: "Il nostro test è così semplice da poter essere utilizzato da chiunque, ma la certificazione per uso autonomo richiede tempi molto lunghi - ha spiegato il professore di Biochimica - mentre sono necessari solo 15 giorni per ottenere quella sotto controllo medico".

Di fatto, inizialmente si potrà ricorrere al Trs tramite il controllo di una figura sanitaria che dovrà collaborare con le forze dell'ordine oppure con le aziende che punteranno a sottoporre i propri dipendenti all'esame. "E speriamo che possa essere messo a disposizione anche dei medici di base", ha puntualizzato il dottor Fasano.