Da Bari Vecchia a New York, dove era diventato uno degli art director più apprezzati dagli addetti ai lavori. La splendida carriera di Matteo De Cosmo è stata interrotta dal nuovo Coronavirus lo scorso 21 aprile, dopo un mese di cure presso una clinica privata nel New Jersey. Lo scenografo, 52 anni, era arrivato negli Stati Uniti nel 1994 e, nel corso del tempo, era riuscito a raggiungere le vette della professione, disegnando le ambientazioni di alcune Serie TV di successo della Marvel, programmate su Netflix. La notizia della sua scomparsa è stata resa nota solamente nei giorni scorsi.

De Cosmo lascia la moglie Aris Mejer, attrice di origini portoricane, ed il figlio Marcello, 15enne nato da un precedente matrimonio, che ora vive in Australia con la madre.

La carriera di Matteo De Cosmo negli Usa

Matteo De Cosmo compie il percorso scolastico a Bari, diplomandosi al liceo artistico De Nittis e poi frequentando con successo l’Accademia delle belle arti. Terminati gli studi, nel 1994 decide di andare a cercar fortuna negli Stati Uniti: nei primi anni di gavetta riesce a ottenere piccoli lavori sui set e ad allestire i palchi per concerti, arrivando pian piano anche a lavorare per grandi star della musica, come Machael Jackson. Inizia a farsi conoscere nell'ambiente, arrivando poi a essere impegnato sempre più frequentemente in produzioni cinematografiche importanti come "21 Bridges" di Brian Kirk, "Mai così vicini" di Rob Reiner o "Precious" di Lee Daniels.

Ha lavorato anche per il piccolo schermo in serie tv molto popolari come Luke Cage o The Punisher, che portano personaggi dell’universo Marvel su Netflix. Negli scorsi mesi era impegnato in Harlem’s Kitchen, la cui realizzazione è rimasta bloccata a metà perché le riprese sono state interrotte a causa dell’epidemia di Covid-19, la stessa che ha ucciso Matteo.

Il lutto nel mondo dello spettacolo per la scomparsa di De Cosmo

La carriera e la vita di Matteo De Cosmo sono state troncate dalla Covid-19: lo scorso 23 marzo era entrato in una clinica privata dopo alcuni giorni di febbre alta. Era risultato positivo al nuovo coronavirus, dopo qualche tempo sembrava essersi ripreso ma, col passare dei giorni, i problemi respiratori si sono aggravati fino al tragico epilogo.

Numerosi i messaggi di cordoglio da parte di colleghi e addetti ai lavori del Cinema e della televisione con cui aveva lavorato, instaurando anche solidi rapporti umani. Zahir McGee, regista di Harlem’s Kitchen, ha definito De Cosmo come una di quelle persone che facilitano ogni giorno il lavoro sul set, grazie a qualità come talento, passione e e un sorriso sempre pronto. Anche il produttore Gail Barringer ha voluto sottolineare come in molti a New York sentiranno la mancanza di un “vero artista”.

Il rapporto di Matteo De Cosmo con Bari

Matteo De Cosmo era tornato a Bari lo scorso dicembre per festeggiare il Natale insieme ai propri cari: il padre Nicola, operaio da anni in pensione, la sorella Lucia e il fratello minore Michele; mentre la madre, Rosaria, che faceva la sarta, era morta prematuramente nel 1995 solo 25 giorni dopo la partenza del figlio per gli Stati Uniti.

In molti, tra i vecchi amici e conoscenti, l’avevano visto, durante quei giorni di festa, passeggiare nei vicoli della città vecchia in cui era cresciuto. Gli stessi sono rimasti sgomenti alla notizia della prematura scomparsa dello scenografo. La sorella Lucia ha raccontato alla Gazzetta del Mezzogiorno di quel viaggio in Italia e dell’ultima videochiamata con Matteo, avvenuta qualche giorno prima del suo ricovero in ospedale, quando nessuno dei due poteva immaginare che la malattia li stava per separare per sempre.