In questo periodo di scuole chiuse e lezioni a distanza da Rimini arriva una notizia allarmante che desta diversi interrogativi sulla sicurezza delle piattaforme per la didattica da remoto. Nel corso di una lezione online, che i ragazzi di una Scuola media stavano seguendo sui loro pc e tablet, sono apparse le immagini di un film a luci rosse. Nella scuola media del riminese ovviamente c'è stata una reazione di grande sorpresa sia tra gli insegnanti che tra i ragazzi stessi.

L'ipotesi allo studio è di un'incursione di cyberbulli

Naturalmente sull'episodio è stata inoltrata una segnalazione alla Polizia Postale di Rimini che ha prontamente avviato un'indagine per arrivare a identificare i responsabili.

Probabile che possa essersi trattato di un episodio di cyberbullismo con i pirati del web che hanno deciso di fare un'incursione all'interno di lezioni altrui. Sicuramente un episodio che farà molto discutere e sul quale ora si stanno effettuando le indagini del caso.

Questa, purtroppo, non è l'unica segnalazione recente di elementi di disturbo nelle videolezioni. Sempre a Rimini in queste settimane, questa volta nell'ambito delle lezioni di un istituto superiore, come riporta il Corriere di Romagna, una voce si è inserita nel collegamento e ha disturbato la lezione insultando a più riprese l'insegnante.

Lezioni in videocollegamento: basilare garantire la sicurezza delle piattaforme

La scuola, a causa dell'emergenza sanitaria in atto, ha dovuto velocemente adeguarsi ad una novità come quella delle lezioni on line che non era mai stata sperimentata fino a questo momento su così larga scala.

Se, in generale, la sperimentazione forzata dalle cause esterne, in molte situazioni è andata bene, per il futuro c'è la consapevolezza comune che occorre rafforzare la sicurezza dei collegamenti e delle piattaforme che vengono utilizzate. Il problema nasce nel momento in cui si può condividere un link di una videolezione senza avere delle procedure autenticative.

Questa modalità apre lo spazio di ingresso a cyberbulli. Sono allo studio alcune precauzioni che si potrebbero applicare per dissuadere i malintenzionati dalle incursioni. Una di queste è la registrazione della videolezione che fornirebbe maggiori indizi per risalire all'autore del gesto.

Ricordiamo che la Polizia Postale può arrivare comunque a individuare il cyberbullo.

Oggi tutte le principali piattaforme che sono di uso comune anche per le lezioni a distanza conservano infatti i dati di tutti gli utenti. Questo dovrebbe essere un deterrente già valido per fermare i malintenzionati. Da definirsi è invece il reato che si commette e che si può contestare agli autori delle incursioni, come quella che è avvenuta nella scuola media di Rimini.