La conversione religiosa di Silvia Romano, maturata durante la sua prigionia in Kenia, sarebbe motivo di un attacco di alcuni hater nei suoi confronti. La Procura di Milano vorrebbe aprire un fascicolo contro ignoti per trovarne le fonti: la ragazza rilasciata dai suoi rapitori a Mogadiscio è ora nella sua abitazione di residenza a Milano.

La risposta della magistratura a fronte delle numerose minacce

È stata liberata tre giorni fa Silvia Romano, la volontaria dell'Ong sequestrata da un gruppo di jihadisti islamici il 20 novembre 2018, a Chakama in Kenia.

Al suo rientro in Italia, la giovane cooperante è stata al centro delle riprese dei canali televisivi di tutta Italia. Le immagini diffuse dalle tv hanno in particolare mostrato la ragazza discendere le scale dell'aereo e attraversare l'aeroporto di Ciampino col capo coperto e con indosso una lunga veste islamica verde. Fin da subito sono cominciate le polemiche che si sono inasprite con la dichiarata libera conversione della ragazza alla religione dell'Islam. Estremisti e haters hanno così innalzato una fitta rete di accuse e di minacce rivolte alla ragazza.

L'incalzante accanimento mediatico ha spinto la magistratura ad intervenire. Il PM a capo del pool anti-terroristico, Alberto Nobile, sta infatti valutando l'ipotesi di aprire un fascicolo d'inchiesta per minacce contro ignoti.

La prefettura per il momento esclude la probabilità di affidare alla ragazza una qualsiasi forma di protezione personale. Intanto è stato predisposto da parte delle forze dell'ordine un servizio di pattugliamento intorno all'abitazione della volontaria. Per ora "Aisha", nome che Silvia Romano si è imposta all'atto della sua conversione, dovrà effettuare due settimane di isolamento domiciliare a causa delle misure preventive da nuovo coronavirus.

La reazione dello zio di Silvia Romano

Dopo la sua liberazione a Mogadiscio Silvia Romano è rientrata ieri a Milano nella sua abitazione situata nel quartiere periferico Casoretto. Ad accoglierla tra gli applausi dei residenti, vi era una calca di giornalisti e i militi dell'Arma impegnati nel controllo dell'ordine pubblico.

Accompagnata dalla madre Francesca Fumagalli, dal compagno di lei e dalla sorella Giulia la donna si è rivolta ai presenti: "Sto bene". Con un breve cenno di saluto, mostrato in seguito dal balcone di casa, la giovane 25enne ha così congedato la folla, per ritornare poi all'intimità della sua famiglia. Lo zio della cooperante, Alberto Fumagalli, a quel punto, si è fatto avanti e si è lasciato andare ad un suo commento: "Ora ci sarà chi è con Silvia e chi è contro Silvia", così come riportato da "La Stampa".

"Non sembra più lei, ma di fatto bisognerebbe capire che cosa le è successo", ha aggiunto l'uomo. "Gli hanno fatto il lavaggio del cervello", concluderà in seguito. Anche sul fronte politico la vicenda sulla liberazione di Silvia Romano è ancora molto discussa e 'travagliata'. Il leader della Lega, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, accusano il Governo di "esibizionismo"; mentre il Ministro degli Interni Luigi Di Maio invita ad abbassare i toni delle polemiche.