L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha pubblicato i dati relativi al monitoraggio sulla diffusione del Coronavirus in Italia, relativi al periodo compreso tra il 25 e il 31 maggio. Confermato il trend positivo che vede i casi di persone risultate positive al tampone in costante calo. L’indice di trasmissibilità della malattia, poi, si ferma sotto quota 1 in tutte le regioni italiane (una persona infetta ne contagia un’altra, ndr). Attenzione, però, avvertono gli esperti dell’Iss, perché l’emergenza coronavirus non è ancora finita. Anche se tenuti sotto controllo, persistono infatti diversi focolai attivi di contagio in tutta la penisola.

Tenuta sotto la lente di ingrandimento, poi, anche la situazione in Lombardia, regione che ha fatto e sta facendo ancora registrare il maggior numero di casi. Lì l’indice Rt si attesta allo 0,91, molto vicino a 1, considerata la quota limite.

I dati del monitoraggio settimanale dell’Iss sul coronavirus

Non ci sono situazioni considerate preoccupanti, ma esistono ancora diversi focolai attivi in varie zone d’Italia. È questo il risultato del monitoraggio settimanale compiuto dall’Iss sulla diffusione del coronavirus nel nostro Paese. La notizia positiva è che in nessuna regione il fattore di replicazione del virus, indice Rt, riesce a raggiungere quota 1. Quella negativa è che la Lombardia continua a far registrare centinaia di persone al giorno positive al tampone.

Comunque sia, i tecnici dell’Iss scrivono nero su bianco di riscontrare un “trend positivo” e di non rilevare al momento “situazioni critiche”.

Iss: ‘Epidemia in Italia non è conclusa’

Insomma, spiegano dall’Iss, anche se il numero dei casi di coronavirus è in continua diminuzione e il Sistema sanitario nazionale non deve più far fronte a migliaia di persone ricoverate in terapia intensiva, in alcune zone del Paese “persiste un numero elevato di nuovi casi segnalati ogni settimana”.

Questo dato, prosegue la nota dell’Iss, “deve invitare alla cautela”, poiché il coronavirus sta circolando ancora in maniera “rilevante”. Per quanto riguarda i focolai attivi, la loro rilevazione sarebbe dovuta al continuo lavoro di ricerca di tutti i contatti stretti di una persona trovata positiva.

Il caso della Lombardia

Ma la presenza di questi focolai sul territorio, precisa l’Iss, “evidenzia come l’epidemia in Italia non sia ancora conclusa”.

Il caso della Lombardia è emblematico. Il 5 giugno si sono registrati più di 400 casi di coronavirus, circa l’80% del totale nazionale. Ma, anche per quanto riguarda i dati relativi al periodo 25-31 maggio, la regione del nord risulta quella con l’indice Rt più alto: lo 0,91. Ovviamente la Lombardia è il territorio dove l’incidenza del virus risulta più alta.