Secondo la sezione lavoro della Corte di Appello di Torino la pensione di invalidità che ammonta a 286 euro per le persone che presentano una disabilità totale è "contro la Costituzione". Per questo ha deciso di inviare la questione alla Corte Costituzionale, che si pronuncerà sulla vicenda durante una udienza pubblica prevista per il prossimo martedì 23 giugno.

La Consulta dovrà pronunciarsi su due diversi articoli legislativi

Durante la sessione prevista per la prossima settimana, la Consulta dovrà rispondere in particolare a due quesiti inerenti all'articolo 12 della legge sugli invalidi civili e a quello 38 della legge Finanziaria del 2002 .

In particolare, il primo comma dell'articolo 12 è quello che riconosce alle persone che sono mutilate o invalide (e che siano maggiorenni e che abbiano una completa inabilità lavorativa) la concessione di una pensione di inabilità. Ma il giudice rimettente ha sollevato la probabile non legittimità costituzionale in riferimento all'articolo 38, primo comma della Costituzione. Secondo tale articolo, infatti, "ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari a vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto ad avere assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di malattia, infortunio, invalidità (...). Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi e istituti predisposti o integrati dello Stato".

'286 euro cifra inadeguata al soddisfacimento delle elementari esigenze di vita'

Ed è proprio in relazione a quanto disposto da tale articolo che la cifra della pensione di inabilità è stata giudicata inadeguata: "La somma di 286 euro è una cifra inadeguata per il soddisfacimento delle esigenze di vita elementari". Come ricordato dallo stesso giudice, nella causa da lui avviata e risalente al 2019 la pensione di invalidità ammontava a una somma di 285, 66 euro.

Inoltre, la non costituzionalità viene supportata anche in relazione all'articolo 3 per la "violazione del principio di uguaglianza: ponendo a confronto l'importo della pensione di inabilità per coloro i quali posseggono una età compresa tra i 18 e i 65 anni con l'importo dell'assegno sociale assegnato alle persone con età superiore ai 66 anni (possessori di determinati requisiti reddituali), per le persone inabili si viene ad avere un trattamento sensibilmente inferiore nonostante la comune situazione di bisogno determinata dal fatto che in ambo i casi vi è una inabilità al lavoro".

Nella sua ordinanza, la Corte di Torino ha anche evidenziato contrasti con il primo comma dell'articolo 10 e 117 della Costituzione, ma anche con gli articoli 26 e 34 della Carta dei diritti fondamentale dell'Unione Europea.