Alberto Stasi, già in carcere per il delitto della fidanzata Chiara Poggi, ha chiesto, tramite i suoi difensori, la revisione della sentenza di condanna.

Secondo l'avvocato Laura Panciroli, legale del giovane, Alberto sarebbe innocente in quanto ci sarebbero delle nuove prove che possono far riaprire le indagini ed escludere la responsabilità di Stasi nella morte della ragazza.

Il delitto di Garlasco è uno dei casi di Cronaca Nera che più ha colpito l'opinione pubblica negli ultimi anni.

La difesa insiste: 'Alberto non ha ucciso Chiara Poggi'

Nelle scorse ore, è stato reso noto che la difesa di Alberto Stasi, attualmente detenuto nel carcere di Bollate (alle porte di Milano), ha provveduto a depositare un'articolata richiesta di revisione della sentenza che ha portato alla condanna a 16 anni di reclusione del bocconiano.

Laura Panciroli, il legale nominato da Stasi nel dicembre scorso per effettuare una rilettura completa della complessa vicenda processuale, ha dichiarato in proposito: "Si è individuato e sottoposto al vaglio della Corte di Appello di Brescia nuovi elementi, mai valutati prima d'ora, in grado di escludere definitivamente la sua responsabilità". L'avvocato ha poi aggiunto che le circostanze su cui era stata basata la condanna del suo assistito sono state, ora, smentite decisamente. "Alberto si è sempre dichiarato innocente e tante persone hanno creduto che la verità fosse altrove" ha concluso, annunciando che ora sussistono elementi sufficienti per il proseguimento delle indagini.

Il presidente della Corte d'appello di Brescia Claudio Castelli ha affermato che i tempi dovrebbero essere piuttosto rapidi: "Entro fine luglio potremmo già decidere sull'ammissibilità dell'istanza".

Se la richiesta venisse accolta, per Alberto Stasi, già condannato in via definitiva, nel dicembre 2015, dalla Corte d'Appello di Milano, potrebbe aprirsi un nuovo percorso processuale.

Il delitto di Garlasco

Chiara Poggi, impiegata 26enne da poco laureata in Economia, venne trovata senza vita nella sua abitazione di via Pascoli, a Garlasco (comune alle porte di Pavia) il 13 agosto 2007.

Quel giorno era sola in casa in quanto i genitori e il fratello erano in vacanza in Trentino.

La giovane, in base a quanto ricostruito in sede processuale, venne uccisa con un corpo contundente non meglio identificato (e mai ritrovato). Secondo gli inquirenti, però, conosceva il suo assassino. Chiara, la classica brava ragazza, attenta, responsabile, riservata ed un po' timida, infatti, ha spontaneamente aperto la porta di casa in pigiama.

Presto, i sospetti degli investigatori si concentrarono sul fidanzato Alberto Stasi, che, nonostante avesse affermato di rinvenuto la giovane in un lago di sangue - in fondo alle scalette interne che conducono in cantina - non si era sporcato le scarpe. Arrestato il 24 settembre 2007 - su ordinanza della Procura di Vigevano - venne scarcerato pochi giorni più tardi dal Gip Giulia Pravon per insufficienza di prove. In primo e secondo grado venne assolto, ma il 18 aprile 2013, la Corte di Cassazione, annullò le precedenti sentenze e, un anno e mezzo più tardi, durante il processo d'appello bis, Stasi, venne ritenuto colpevole e condannato a ventiquattro anni di reclusione (poi ridotti a 16).