Per la Procura di Crema, Mauro Pamiro non è stato ucciso. L'insegnante d'informatica rinvenuto senza vita lo scorso 29 giugno in un cantiere di via Don Mazzolari (quartiere Sabbioni) si sarebbe tolto la vita. I genitori dell'uomo, però, non credono al suicidio e, negli scorsi giorni, Franco Pamiro ha incaricato il penalista Gian Luigi Tizzoni - l'avvocato che si è occupato di importanti casi di Cronaca Nera come l'omicidio di Chiara Poggi - di rappresentarlo.

Per la Procura Mauro Pamiro non è stato ucciso

Mauro Pamiro, insegnante e musicista 44enne, è stato trovato senza vita dagli operai di una villetta in costruzione a circa 200 metri dalla sua abitazione.

In un primissimo momento, gli inquirenti, avevano ipotizzato che l'uomo fosse stato colpito alla testa da un colpo d'arma da fuoco, ma l'autopsia ha rivelato lesioni compatibili con una caduta dall'alto.

Lunedì 13 luglio, la moglie di Mauro, Debora Stella, è stata convocata in Procura e ascoltata, per la seconda volta, dagli inquirenti. La donna, una grafica pubblicitaria quarantenne, subito dopo la scoperta del corpo del docente, era stata iscritta nel registro degli indagati con la pesante accusa di omicidio, come "atto dovuto" fanno sapere dalla Procura.

Le attività di ricostruzione sono ancora in corso, ma il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano, nei giorni scorsi, ha riferito di aver raccolto sufficienti elementi per escludere responsabilità di terzi.

"Di giallo non c'è nulla - ha spiegato - Si è trattato di un drammatico fatto che ha toccato la vita privata delle persone". Dunque, gli inquirenti sembrerebbero propendere per l'ipotesi del suicidio: Mauro Pamiro si sarebbe gettato da un'altezza di 9 o 10 metri.

Il sopralluogo dell'avvocato Tizzoni

I genitori del 44enne, però, non sono convinti che il figlio si sia tolto la vita.

Mauro, come hanno spiegato, non sembrava avere particolari problemi. Inoltre, considerando che era affetto dalla distrofia muscolare di Becker, non sarebbe mai riuscito ad arrampicarsi, a piedi nudi, sull'impalcatura di una villetta in costruzione.

Per questo, negli scorsi giorni, papà Franco, 79 anni compiuti da poco, ha deciso di conferire l'incarico di rappresentarlo a un noto penalista milanese, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni.

Il legale è salito agli onori delle cronache per essere intervenuto nel processo dell'omicidio di Garlasco: convinto della colpevolezza di Alberto Stasi, ha sostenuto la parte civile per la famiglia di Chiara Poggi fino alla condanna del giovane bocconiano.

Come spiegato da Il Giorno, Tizzoni, ha già effettuato un sopralluogo sulla scena del delitto e, accompagnato dal padre di Mauro, ha visitato i "luoghi del mistero": dopo aver ispezionato il cantiere di via Mazzolari, ha percorso i duecento metri che separano la villetta in costruzione dall'abitazione che Mauro Pamiro condivideva con la moglie e si è fermato al vicino cimitero. Proprio di fronte all'entrata, nella rastrelliera, c'è ancora la bicicletta bianca della coppia. Nel cestino, gli inquirenti, hanno rinvenuto un sandalo del professore. Sarebbe stata Debora a lasciarlo lì, dopo averlo indossato e rotto.