Nuovi risvolti nell'ambito delle truffe sulle cremazioni nel cimitero Flaminio di Roma: alcuni operatori dell'Ama hanno sezionato una salma mummificata, riducendola a pezzi nel giro di pochi minuti. La terribile vicenda di Cronaca Nera è stata dimostrata dal video registrato dalle telecamere nascoste tra i vasi dei fiori delle tombe. La Procura di Roma chiederà il rinvio a giudizio ai danni di 15 soggetti tra i dipendenti dell'Ama e gli imprenditori delle pompe funebri per i reati di truffa, corruzione, induzione alla corruzione e vilipendio di salme.
La ricostruzione dei fatti
Le videocamere nascoste piazzate dai carabinieri hanno ripreso tutta la scena: gli operatori dell'Ama, contraddistinti da divise arancioni, si disponevano intorno alla salma; poi alcuni di loro la sollevavano, mentre altri la facevano a pezzi con un coltello, per poi buttarne i resti nell'ossario comune. Questo accadeva di giorno nel cimitero Flaminio nei primi mesi del 2020 e i parenti dei defunti, ovviamente, non erano al corrente di questa pratica. Sulla base delle indagini in corso, il motivo potrebbe essere uno solo: arrotondare gli stipendi.
Infatti, trascorsi trent'anni in un loculo, il cadavere per legge non può più stare nella bara, ma dev'essere estumulato e trasferito solitamente nell'ossario.
C'è da dire però che alcuni cadaveri si mantengono in buono stato e questo comporta una spesa accessoria da parte dei famigliari del defunto, che devono pagarne la cremazione. Secondo i magistrati da qui parte questa 'ingegnosa' procedura ideata da alcuni operatori dell'agenzia funebre e finalizzata a far risparmiare soldi ai parenti, che pagavano un servizio più economico, ma restavano all'oscuro di ciò che accadeva realmente.
I guadagni venivano successivamente suddivisi tra i dipendenti dell'agenzia funebre e quelli dell'Ama, che figurerebbero come gli esecutori materiali del piano. I parenti dei defunti, a parere della procura, non potevano immaginare che i corpi dei loro cari venissero tagliati a pezzettini e buttati negli ossari, onde evitarne la cremazione.
La seconda inchiesta
I carabinieri hanno scoperto finora sei di questi casi, ma sono convinti che questa procedura si sia verificata anche altre volte, prima che scattassero le indagini. Il sostituto procuratore Silvia Sereni si sta occupando anche di un'altra vicenda relativa alle truffe sulle cremazioni. Si tratta di vasi contenenti la terra anziché le ceneri del defunto che venivano consegnati ai parenti, ignari che la salma veniva in realtà seppellita nell'area comune. In questo caso i parenti, subito dopo il funerale del defunto, pagavano la cremazione che poi in concreto non avveniva e gli impresari funebri incassavano indebitamente dei soldi. I carabinieri della radiomobile hanno trovato, infatti, dieci bare seppellite nel cimitero, relative a questi raggiri, ma la procura sostiene che possano essercene tante altre e che questo sia solo l'inizio.