Le ragazze che frequentavano Villa Inferno - un'abitazione di Pianoro, alle porte di Bologna - non erano in alcun modo costrette. A sostenerlo, tramite il suo legale, è Luca Cavazza, 27anni, candidato con Lucia Borgonzoni della Lega alle ultime elezioni in Emilia-Romagna. L'uomo si trova ai domiciliari e risulta tra i responsabili di un presunto giro di festini a base di droga.

Le accuse a Luca Cavazza

Luca Cavazza, agente immobiliare con velleità politiche, risulta indagato con altre persone per cessione di cocaina aggravata dalla minore età di una delle presunte vittime e altri reati contro minori.

Come ricostruito dai carabinieri di Bologna, coordinati dal sostituto procuratore Stefano Dambruoso, il 27enne, molto conosciuto nell'ambiente della Virtus pallacanestro, si sarebbe occupato di individuare le ragazze che avrebbero "animato" le serate di Villa Inferno. Secondo quanto riportato nell'ordinanza del Gip, Cavazza avrebbe svolto "continuamente” il suo compito.

L'indagine, da quanto si apprende, è partita dopo la denuncia presentata dalla madre di una ragazzina di 17 anni. La giovane, oggi maggiorenne, ha trovato il coraggio di parlare di quanto accadeva a Villa Inferno (la residenza, sita tra Pianoro e Rastignano, di proprietà dell'imprenditore edile Davide Bacci, 49 anni) e ha raccontato di essere stata "reclutata" da Cavazza durante una partita di basket della Virtus.

L'ultras l'avrebbe convinta - assicurandole una "fattanza" - a partecipare ad una festa organizzata da Bacci. "Ero ingenua e vulnerabile - si è difesa la giovane - Si sono approfittati di me".

La difesa di Luca Cavazza

Nei prossimi giorni Cavazza verrà formalmente interrogato. Per ora rigetta la ricostruzioni degli inquirenti e respinge ogni addebito “Il nostro assistito - hanno spiegato i suoi legali, gli avvocati Massimiliano Bacillieri ed Ercole Cavarretta - sostiene che non è andata così e di essere in possesso diverse prove a sua discolpa”.

L'ex candidato della Lega avrebbe affermato: "Non c’è stata nessuna costrizione, nessuna violenza, né fisica né psicologica". Il 27enne, da quanto si apprende, starebbe valutando se rispondere o meno alle domande che gli verranno poste durante l’interrogatorio di garanzia.

L'amico di Cavazza, Davide Bacci, attualmente in carcere, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Tuttavia, i suoi difensori hanno precisato che, al momento opportuno, si farà interrogare e hanno già presentato un'istanza per chiedere i domiciliari (che sconterà non a Villa Inferno, ma presso il padre).

Finora, il pm che segue il caso ha disposto sette misure cautelari, ma come riportato da diversi media locali, l'inchiesta si sta allargando e vedrebbe coinvolte altre 15 persone. Nonostante gli inquirenti stiano mantenendo il massimo riserbo sembra che diversi esponenti della "Bologna bene" stiano cercando di correre ai ripari rivolgendosi ai loro legali.