È finito tragicamente l'amore tra Maria Paola Gaglione e il suo compagno Ciro Migliore in una stradina di campagna ad Acerra, in provincia di Napoli.

La coppia era sullo scooter, quando la ragazza è caduta e ha sbattuto contro una colonnina di cemento, morendo sul colpo. Secondo le prime indagini effettuate dai carabinieri, l'incidente sarebbe avvenuto a seguito di un inseguimento da parte del fratello di lei, Michele Antonio. Quest'ultimo avrebbe effettuato tentativi di speronamento.

Inoltre, secondo le ultime ricostruzioni, il 30enne -nell'immediato - non si sarebbe accorto della sorella inerme sull'asfalto e si è scagliato brutalmente contro Ciro, il quale ora è in ospedale, anche se le sue condizioni non preoccupano.

Le parole d'addio di Ciro

Il fidanzato della ragazza ha scritto un post su Instagram in cui ha affermato: "Non riesco a immaginare la mia vita senza te".

Ciro ha anche aggiunto che avrebbe preferito morire lui al posto della sua fidanzata, con la quale stava insieme da 3 anni. Migliore ha anche affermato che Maria Paola non è stata la sua prima ragazza, ma sicuramente l'unica di cui è stato innamorato.

Ciro Migliore ha anche detto che vorrebbe tanto partecipare ai funerali della sua amata. Ancora non sa come potrà fare, però vorrà esserci. Dopodiché, il giovane ha chiesto giustizia per la sua Maria Paola.

Anche la mamma di Ciro ha manifestato tutto il proprio dolore su Facebook, accusando apertamente Michele Antonio.

La donna ha scritto che il 30enne ha commesso un omicidio, in quanto non sopportava l'idea che sua sorella frequentasse Ciro. La mamma di Migliore ha poi concluso il suo sfogo così: "I figli si accettano così come sono".

La versione della famiglia e del fratello di Maria Paola

La famiglia di Maria Paola e Michele Gaglione ha affermato che il 30enne sarebbe uscito di casa solo per convincere la sorella a fare ritorno a casa.

Inoltre, secondo la versione della famiglia della ragazza, riportata dal parroco Don Maurizio Patriciello, il giovane non avrebbe speronato il motorino sulla quale viaggiava la coppia.

Don Patriciello ha anche aggiunto: "La famiglia della ragazza è distrutta dal dolore e quanto accaduto non deve essere descritto come una storia di omofobia".

Poi, il parroco che ha portato il proprio conforto a Franco e Pina Gaglione e ha continuato dicendo: "I familiari della ragazza erano molto preoccupati per la figlia che era andata via di casa".

Invece, questo quanto affermato da Antonio Gaglione ai carabinieri: "Volevo solo darle una lezione perché era stata infettata. Non era mia intenzione ucciderla".