L'amico di Valerio Del Grosso, presunto assassino di Luca Sacchi, ucciso a Roma lo scorso 23 ottobre, è stato presente in aula. Come riportato da SkyTg24.it, il teste ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Valerio Del Grosso mi disse che non voleva uccidere Luca e di avere mirato con la pistola in basso, verso il marciapiede". Sono in tutto cinque i soggetti imputati, per diversi profili penali nel processo presso la prima corte d'assise di Roma. Il testimone ha dichiarato di avere incontrato Valerio Del Grosso a Tor Sapienza il giorno dopo la morte di Luca.

Valerio avrebbe parlato all'amico di una "sciocchezza" da lui fatta, affermando di non avere avuto l'intenzione di uccidere il 23enne personal trainer. Valerio, in quell'occasione, avrebbe aggiunto di non avere mai avuto in mano una pistola prima di quell'evento, mimando il gesto di sparare verso il basso, sul marciapiede.

Luca Sacchi: parla un testimone, amico di Valerio Del Grosso

Il teste, amico di Valerio Del Grosso, accusato dell'omicidio di Luca Sacchi, ha raccontato che la sera in cui si è incontrato con Valerio, sarebbero state presenti altre persone. A detta del testimone, Del Grosso sarebbe stato male, avrebbe pianto e non avrebbe avuto neanche la forza di parlare. Il presunto omicida di Luca avrebbe avuto paura a parlare di quanto accaduto ai suoi cari.

Sarebbe stato l'amico, almeno secondo le sue dichiarazioni in aula, a parlarne al fratello.

L'amico avrebbe consigliato a Valerio di presentarsi alla polizia, ma quest'ultimo sarebbe stato frenato dalla paura. Sembra che in quel periodo, sempre secondo quanto reso noto dal teste, Valerio Del Grosso avesse dei problemi con l'ex compagna e che fosse molto legato al figlio.

Sempre in quel periodo, Del Grosso avrebbe frequentato delle sedute da uno psicologo e avrebbe assunto farmaci.

La vittima sarebbe stata estranea al mondo della droga

Tramite alcune dichiarazioni riportate da Adnkronos, i legali della famiglia di Luca Sacchi, gli avvocati Paolo Salice e Armida Decina, hanno detto che oggi, nel corso del processo per l'omicidio riguardante il 23enne, è stato ascoltato in qualità di testimone un carabiniere.

Questi, durante la sua testimonianza, ha raccontato dell'incontro, avvenuto il 12 ottobre scorso, tra Giovanni Princi e un "soggetto noto agli inquirenti" poiché indagato per spaccio di droga. Il teste ha quindi riferito come Luca non avesse avuto nessun ruolo in tale contesto. I legali hanno ricordato come il teste presente in aula abbia riferito che Luca fosse lontano di 2-3 metri e fosse del tutto disinteressato alle informazioni che i due si stavano scambiando in quell'occasione. Secondo quanto affermato dagli avvocati Salice e Decina questa è l'ennesima prova di come il ragazzo fosse estraneo al business della droga.