Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, nelle scorse ore si è detto preoccupato e pronto a contenere l’esodo verso il Sud. Dopo l’ultimo Dpcm che, tra le misure anti-Covid, ha vietato ogni spostamento anche fra le zone gialle dal 21 dicembre al 6 gennaio, diversi siciliani attualmente nelle regioni del nord Italia per lavoro sono corsi ai ripari, cercando di giocare d'anticipo. Sembra, dunque, inevitabile un’altra "fuga" dal Nord verso il Sud prima di Natale, la voglia di rientrare in Sicilia per trascorrere le festività natalizie in famiglia ha infatti già spinto centinaia di lavoratori alla corsa per l’acquisto dei biglietti.

Dai primi dati emerge che molti treni Frecciarossa diretti al Sud, nei giorni precedenti il 20 dicembre, risultano già sold-out. Stesso discorso vale per molti autobus a lunga percorrenza. L'impennata dell'acquisto dei biglietti è stata accompagnata da un aumento del prezzo dei ticket che risultano essere spesso aumentati, come peraltro avviene generalmente sotto le feste natalizie.

Covid, si valutano misure per chi rientra in Sicilia

L’assessore regionale siciliano Ruggero Razza intanto ha convocato in tutta urgenza il Comitato Tecnico Scientifico per valutare la situazione e mettere in campo una soluzione che possa evitare un peggioramento della condizione epidemiologica dell’isola.

Il presidente Musumeci, con un post su Facebook ha scritto: “C’è un sostanziale miglioramento in Sicilia e si inizia finalmente a vedere una progressiva regressione della pressione sulle strutture ospedaliere.

Non possiamo, quindi, rischiare di far correre di nuovo il virus per comportamenti individuali che appaiono improntati a superficialità. Lo dobbiamo alle tante vittime che abbiamo avuto e alla straordinaria passione con cui migliaia di operatori hanno adempiuto con professionalità alla loro missione di vita”. Precisando poi: "Il rischio di un nuovo esodo verso il sud è un fatto reale, che non può non destare preoccupazione.

Per questo ho ritenuto di chiedere al nostro Comitato scientifico di valutare alcune misure di contenimento e sorveglianza sanitaria, che vorremo condividere anche con il Ministero della Salute".

Secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia, le possibili proposte di soluzione messe in campo sarebbero quella di rendere il tempone obbligatorio a chi entra nella regione e l'obbligo di osservare la quarantena, entrambe non di semplice attuazione sul piano operativo.

Il presidente Musumeci chiede responsabilità e buon senso, soprattutto per salvaguardare i più anziani e fragili.

Intanto, secondo quanto riferito ieri dal ministro dell'Intero Lamorgese, in tutta Italia saranno 70mila i militari impegnati nella campagna anti Covid, i quali avranno il compito, da Nord a Sud, di controllare il territorio.

Report contagi Covid in Sicilia

Sale, dunque, la preoccupazione del presidente Musumeci, il quale teme che possa ripetersi la situazione verificatasi il 7 e l’8 marzo, quando le stazioni delle principali città d’Italia furono prese d’assalto dai tanti lavoratori residenti al nord. La situazione di allora, a livello epidemico, non è paragonabile a quella odierna, negli ultimi giorni la diffusione del virus è in riduzione e l’Rt è in evidente in calo, a dimostrazione del fatto che la maggior parte delle Regioni sta raccogliendo i frutti delle varie chiusure dell'ultimo mese.

Con un indice Rt di 0,84, al momento la Sicilia non rientra più tra le Regioni a rischio elevato, peraltro nella giornata del 4 dicembre per la prima volta il numero dei guariti ha superato il numero dei contagiati. Ma questo non può e non deve fare abbassare la guardia,

I numeri dell’ultimo bollettino, datato 5 dicembre, invece, dicono che i nuovi casi di Covid sono stati 1240, con 34 deceduti e oltre mille guariti.