Matteo Bassetti ha sempre voluto restare lontano dai toni allarmistici che, in questi mesi, hanno contraddistinto alcuni tra i colleghi che hanno parlato di Covid e Coronavirus. L'infettivologo del San Martino di Genova, però, ai microfoni di Coffee Break non ha nascosto la necessità di approfondire le questioni relative alla variante sudafricana. Il virus isolato in Sudafrica avrebbe caratteristiche tali da richiedere indagini scientifiche rispetto all'impatto che avrebbe sull'efficacia del vaccino. Il timore, a quanto si è potuto evincere dalle parole dell'infettivologo, è che possa arrivare a sparigliare le carte rispetto all'azione di un vaccino tarato sulle così dette "proteine spike" relative ai virus inizialmente isolati in Cina.

Coronavirus, Bassetti spiega cosa ha detto un collega sudafricano

L'argomento è ovviamente da maneggiare con cura. Il messaggio che deve passare è che vaccinarsi attualmente è un primo step per iniziare a bloccare il virus. Capire in che modo la variante sudafricana potrà dare fastidio serve a essere pronti per il futuro. "Dobbiamo - ha detto l'infettivologo - ovviamente approfondire gli studi. Quando una malattia è così mediatica come lo è stato il Covid negli ultimi dieci mesi, le notizi paradossalmente arrivano prima ai mass media che non a noi medici".

L'infettivologo del San Martino ha però rivelato un primo feedback arrivato dai colleghi del luogo giunto nell'ambito di un convegno a Genoa.

"Avevo ospite - ha detto Bassetti - il professor Adrian Brink, che è un microbiologo di Cape Town in Sudafrica, che ci ha un po' illustrato questa loro variante sudafricana che sembra essere molto preoccupante".

Vaccino Covid, perché la variante sudafricana preoccupa

"Non tanto - ha precisato l'infettivologo - per la capacità di disseminarsi più rapidamente che mi pare un dato abbastanza assodato per quella inglese, quanto perché sembra scappare dal nostro sistema immunitario".

"Se io - ha rivelato - ho già fatto l'infezione e ho sviluppato gli anticorpi, potrei reinfettarmi. Questa evidentemente non è una buona cosa".

"Siccome il vaccino - ha proseguito - è stato sviluppato sulle spike cinesi e sui primi isolamenti del virus in Cina, potrebbe scappare al vaccino".

Un pensiero in cui il condizionale rischia di diventare un dato marginale, ma in realtà resta di fondamentale importanza.

Così come lo è, secondo Bassetti, un altro tema: la prevenzione e la necessità di investimenti nel settore. "Bisogna - ha aggiunto - ancora studiare e su questo noi abbiamo ancora bisogno di investimenti. Non è possibile che il 2% dei laboratori europei determini quali sono le sequenze geniche dei virus. Noi dobbiamo necessariamente investire maggiormente in questo argomento, ogni laboratorio sul territorio nazionale che fa il tampone molecolare dovrebbe essere in grado di capire se ci siano delle varianti. Purtroppo questo noi in Italia non lo sappiamo, perché non lo facciamo".