Alberto Mantovani è uno scienziato di fama internazionale. 72 anni, direttore scientifico dell'Humanitas, nonché professore emerito dall'Humanitas University, da poco è stato vaccinato contro la Covid. Un destino che lo accomuna a tanti altri operatori sanitari e presto ci si augura a tanti cittadini. Questo indicherebbe il fatto che la tanto agognata immunità di gregge sarebbe vicina.
In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il professore ha definito "corsa contro il tempo" quella che sarà la campagna vaccinale. Un'etichetta che nasce dalla consapevolezza dello scienziato che la propagazione del virus potrebbe corrispondere allo sviluppo di nuove varianti che, nel tempo, dovranno essere rincorse dai vaccini.
Difficile ipotizzare quando si arriverà a quella percentuale necessaria per sentirsi protetti come popolazione. "Intanto - ha precisato lo scienziato - non sappiamo quanto dura l'immunità".
Tra le ipotesi avanzate da Mantovani, però, c'è che sarebbe ragionevole la speranza che un soggetto vaccinato possa acquisire una immunità stimabile in due anni.
Vaccino Covid, come le varianti potrebbero cambiare gli scenari a lungo termine
Mantovani, da immunologo, anticipa l'ipotesi che si possa iniziare a pensare che il Covid possa diventare una sorta di influenza, e che, anno dopo anno, potrebbe essere necessario adattare i vaccini per anestetizzare gli effetti sulla popolazione.
Il vaccino è una speranza, ma anche un punto di discussione.
Ci sono complottisti, no vax, ma anche semplici cittadini che non si fidano di un processo apparso troppo veloce ad alcuni.
Mantovani parla con grande sincerità. Spiega come, ad oggi, bisognerebbe offrire fondi alla ricerca affinché si capisca come i vaccini lavorino sul campo. "Ad oggi - ha spiegato l'immunologo - non sappiamo che impatto hanno i vaccini su pazienti con malattie ematologiche o con il cancro".
Notazione a cui aggiunge il fatto che in Italia si stima la presenza di "circa tre milioni e mezzo di persone affette da patologie tumorali".
Coronavirus, gli effetti del vaccino sui soggetti allergici
Molto più tranquillizzante è, invece, l'approccio relativo alle persone allergiche. "Qui - spiega Mantovani - abbiamo i dati.
I Cdc di Atlanta, i Centers for Control Diseases, ci informano che su un milione e ottocentomila vaccinati finora con il vaccino BionTech-Pfizer ci sono state 21 reazioni allergiche di una certa gravità (compresi gli shock anafilattici), ma tutte tenute sotto controllo".
I numeri e le circostanze descritte offrono un quadro piuttosto tranquillizzante. Non a caso lo stesso Mantovani ha rivelato di essere allergico, così come altri componenti della sua famiglia, e ha ricevuto la vaccinazione senza problemi.
E su chi è affetto da malattie autoimmuni Mantovani precisa: "Le più autorevoli società scientifiche che si occupano di queste malattie dicono che il vaccino va fatto e non aggrava la malattia".
Vaccino Covid in gravidanza, la spiegazione di Mantovani
Mantovani evidenzia anche quella che, al momento, è l'assenza dei dati relativi alle donne in gravidanza. Tuttavia, rivolgendosi alle donne che potrebbero aspettare un bambino, ha avuto cura di evidenziare alcuni aspetti che, a suo avviso, dovrebbero essere chiari per loro.
Uno è, per l'appunto, la mancanza di dati, l'altro è che infettarsi in gravidanza potrebbe rivelarsi "un problema serio" e l'altro è che vaccini come quelli contro l'influenza e la pertosse sono consigliabili durante la gestazione.
Il messaggio che Mantovani sceglie di veicolare nei confronti delle donne in gravidanza è che, alla fine, la scelta possa essere affidata alla propria discrezione, a patto che l'eventuale delibera sia subordinata anche ad un processo informativo che possa portare ad un destino frutto anche di consapevolezza.