I risultati dell’autopsia, effettuata lo scorso 13 febbraio sui resti di Laura Perselli dall’anatomopatologo Dario Raniero, chiariscono meglio la dinamica degli ultimi istanti di vita della donna, uccisa, probabilmente insieme al marito Peter, lo scorso 4 gennaio a Bolzano. La madre di Benno Neumair, quando è stata aggredita, non ha nemmeno avuto il tempo di reagire in qualche modo per difendersi dall’assassino. Chiarita anche la causa del decesso della donna, che per molto tempo è risultata scomparsa nel nulla: Laura, 68 anni, è morta per asfissia da strangolamento per mezzo di una corda, con ogni probabilità di quelle utilizzate per le arrampicate in montagna.

Il corpo di Peter Neumair, 63 anni, non è stato ancora ritrovato, al momento sono sospese le ricerche nelle acque del fiume Adige, che nei giorni scorsi ha restituito le spoglie della moglie.

L’assassino non ha lasciato a Laura il tempo di reagire

Grazie alle informazioni ottenute dall’autopsia, gli inquirenti hanno potuto ricostruire la dinamica del delitto, per il quale al momento l’unico indagato risulta essere il figlio 31enne della coppia, Benno, accusato del duplice omicidio e di aver occultato i resti delle vittime. Il corpo di Laura non presentava alcun segno riconducibile a una colluttazione: quindi la donna non ha provato a difendersi dall’assassino quando è stata aggredita.

Con ogni probabilità la 68enne è stata vittima di un agguato improvviso: chi l’ha uccisa l’ha colta di sorpresa, stringendole la corda intorno al collo e non lasciandole il tempo materiale di reagire.

Secondo gli inquirenti Benno avrebbe ucciso prima il padre e poi Laura, al suo ritorno a casa

La procura di Bolzano che coordina le indagini sul delitto ha ricostruito nei giorni scorsi la dinamica dei fatti: Benno Neumair, che ora è in carcere, avrebbe inizialmente ammazzato Peter, nel primo pomeriggio del 4 gennaio. I rapporti tra padre e figlio erano da tempo molto tesi, anche per la riluttanza del giovane a seguire un nuovo percorso di cure: quindi Benno avrebbe atteso di rimanere da solo con lui per ucciderlo.

Successivamente sarebbe toccato a Laura: la madre è rientrata nell’abitazione di famiglia verso le ore 18:40, dopo essere andata a trovare l’anziana madre, che era stata dimessa dall’ospedale. Secondo gli inquirenti la 68enne sarebbe stata aggredita appena varcata la soglia dell'appartamento e non avrebbe avuto nemmeno il tempo di lanciare un urlo, dato che nessuno dei vicini di casa ha sentito la donna chiedere aiuto, in un contesto di solito molto silenzioso.

Si pensa che Benno possa aver strangolato Laura con la sua corda d’arrampicata

Gli inquirenti pensano che Benno possa aver atteso il ritorno a casa di Laura, per sorprenderla all’ingresso con una corda, forse recuperata poco prima nella cantina dell’abitazione. In questo caso l’arma usata per il delitto è importante, perché denota che l’assassino potrebbe aver studiato un piano e non avrebbe invece agito d’impeto, uccidendo la vittima con un oggetto qualsiasi che aveva lì vicino. Dopo aver tolto la vita al padre, Benno potrebbe aver preparato l’agguato alla madre, scendendo in cantina per prendere la corda d’arrampicata.

Gli agenti hanno sequestrato dalla casa dei Neumair della corda che Benno teneva con sé, insieme a diversi altri oggetti: il genetista Emiliano Giardina, nominato dalla giudice per le indagini preliminari Carla Scheidle, esaminerà i reperti per capire se sia proprio quella l’arma utilizzata dall’assassino per strangolare Laura. Ci vorrà comunque ancora del tempo, visto il risultato delle analisi è previsto per il prossimo 8 aprile.