Viviana Parisi, 43 anni, e il piccolo Gioele Mondello, 4 anni, sarebbero stati uccisi nei boschi di Caronia da qualcuno che aveva una buona conoscenza del territorio. A sostenerlo è Carmelo Lavorino, consulente criminologo nominato dagli avvocati di Daniele Mondello, marito e padre delle vittime. Il perito ha anche rinnovato ai pm la richiesta di poter effettuare un esame con il laser 3d sul corpo della mamma-dj. Del caso di Cronaca Nera si sta occupando la Procura di Patti.

Viviana e Gioele uccisi da qualcuno certo di rimanere impunito

"Secondo noi, chi ha ucciso Viviana Parisi aveva una conoscenza profonda del territorio, dell'orografia, dei sentieri e anche degli eventi.

Questi soggetti si son mossi con sicurezza, padronanza, conoscenza e anche con certezza d'impunità. La stessa cosa vale per Gioele, facendo riferimento al luogo in cui sono stati ritrovati i suoi resti". Ad affermarlo, in una nota divulgata nei giorni scorsi, è il professor Carmelo Lavorino, consulente criminologo nominato dagli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti, i legali che stanno curando gli interessi di Daniele Mondello.

Lavorino, già direttore del Cescrin (Centro Studi Investigazione Criminale), dopo aver ribadito il profondo rispetto verso il procuratore capo di Patti Angelo Cavallo, i sostituti procuratori e tutti gli inquirenti, ha confermato il loro rigetto dell'istanza, avanzata dagli avvocati della famiglia Mondello, di poter utilizzare il laser 3d per ulteriori esami e accertamenti sui resti di Viviana Parisi.

"Ci saranno stati degli equivoci e delle incomprensioni", ha minimizzato. Poi, fiducioso di poter utilizzare al più presto la strumentazione, ha ricordato che il procuratore capo si era detto disponibile a concedere qualsiasi attività (ovviamente ragionevole e lecita).

Viviana non avrebbe ucciso il piccolo Gioele

Viviana Parisi e il figlioletto Gioele fecero perdere le loro tracce lunedì 3 agosto 2020 dopo un incidente automobilistico lungo la A20 Messina-Palermo, all'altezza del viadotto Pizzo Turda di Caronia.

Pochi giorni più tardi, l'8 agosto, nei boschi circostanti l'autostrada venne rinvenuto, ai piedi di un traliccio dell'alta tensione, il corpo senza vita della dee-jay 43enne. Il 19 agosto, invece, vennero recuperati i resti del piccolo Gioele.

In questi ultimi mesi sono state avanzate diverse ipotesi investigative, ma al momento non ci sarebbero certezze riguardo alle circostanze che hanno portato alla morte di madre e figlio.

Gli inquirenti non escludono che la donna - che nei mesi precedenti alla scomparsa aveva sofferto di depressione - possa essersi tolta la vita dopo aver ucciso il bimbo. La famiglia Mondello-Parisi però, ha sempre rigettato con convinzione questa tesi.

Lavorino, in proposito, ha precisato che - in attesa delle attività info-investigative relative a tutto il materiale presente nel fascicolo e alla possibilità di effettuare ulteriori esami sui corpi tramite uno scanner tridimensionale - sulla base di quanto relazionato sinora, non vi sarebbe stato alcun atto aggressivo della donna nei confronti del figlioletto Gioele. "Non si è verificato alcun crollo psicotico di Viviana Parisi" - ha concluso sottolineando che la diagnosi di disturbo paranoide di personalità con delirio di persecuzione, aderirebbe alla realtà e non comporterebbe nel soggetto alcun aspetto psicotico di tipo allucinatorio.