“Sei un pastore ignorante, tua madre ti ha partorito per terra”. Queste sono alcune delle frasi ingiuriose che una donna di 48 anni, sassarese, avrebbe pronunciato contro il marito di 55 anni, originario di un paesino in provincia di Sassari. L'uomo – secondo quanto accertato dagli investigatori – veniva anche costretto a dormire nell'auto e spesso subiva anche angherie fisiche dalla moglie. In un occasione infatti la donna, durante una banalissima discussione, l'aveva ferito con un coltello alla schiena. Fino a quando l'uomo, esasperato, ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri che hanno immediatamente girato un rapporto alla Procura.

Così, dopo ulteriori indagini la donna, difesa dall'avvocato Letizia Doppiu Anfossi, è stata iscritta nel registro degli indagati con le pesanti accuse di violenza privata, maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi. E proprio ieri mattina, 16 aprile, in un'aula del Tribunale di Sassari sono iniziato i primi interrogatori. Di fronte al giudice Giulia Tronci, titolare dell'inchiesta. Ieri era il turno delle cognate della donna, sorelle del marito, che in un'aula del palazzo di giustizia hanno confermato una parte delle accuse mosse nei confronti della loro ex cognata. Le testimoni, rispondendo alle domande del pubblico ministero, hanno raccontato tutto quello che accadeva all'interno della casa del fratello.

Episodi di violenza assurdi, vessazioni, maltrattamenti che – in alcuni casi – erano anche stati messi in atto di fronte al figlio minorenne della coppia. Insomma una situazione insostenibile che ha “costretto” l'uomo finalmente a chiedere aiuto.

Botte e insulti

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l'uomo, assistito dall'avvocato Damiano Pinna, in diverse occasioni e senza alcun motivo veniva costretto a dormire addirittura nello scantinato.

Nel decreto messo nero su bianco dal giudice per l'udienza preliminare, i reati contestati alla moglie riguardano un periodo che va dal 2015 fino al 2017. Anni durante i quali la coppia aveva liti e discussioni continue molto spesso senza alcun motivo. Nelle carte del Tribunale si legge infatti che “addirittura dal mese di giugno del 2015 – scrive il giudice – la donna costringeva fisicamente il marito a vivere nello scantinato-cucina, un luogo nascosto dell'abitazione di famiglia.

Dal marzo del 2017 invece – si legge nelle carte – l'imputata aveva deciso che il marito dovesse dormire in auto. Nonostante ci fossero altre possibilità”. Insomma una situazione insostenibile che non permetteva all'uomo di vivere una vita normale. Sempre nel 2017 il 55enne aveva subito anche vere e proprie aggressioni – assicurano le carte – come quella accaduta quando la moglie aveva picchiato il marito più volte e ripetutamente “provocando all'uomo una forte contusione al volto causato dai colpi che aveva ricevuto”, scrive il giudice. Violenze domestiche che in alcuni casi erano state perpetrate anche di fronte agli occhi del figlioletto della coppia.

Ferito alla schiena

Gli episodi di violenza tra i due erano all'ordine del giorno, come hanno confermato in Tribunale i tanti testimoni.

In un'occasione la donna aveva aggredito brutalmente il marito con un coltello, senza alcun motivo: “In una precisa occasione accaduta qualche giorno dopo l'aggressione accaduta il 21 marzo 2017 – si legge nelle carte del Tribunale – la donna ha aggredito alle spalle il marito. E l'ha colpito in maniera violenta e ripetuta con un'arma da taglio.

Prima – scrive il giudice – l'ha colpito nella schiena, ferendolo. Poi l'ha nuovamente colpito all'altezza della coscia. Provocando al marito una ferita che al tempo era stata giudicata guaribile in una decina di giorni”. Gli episodi di violenza comunque non avevano mai fine. In un'altra occasione la donna avrebbe addirittura tagliato a pezzi gli abiti del marito.

Fatto, tra l'altro, confermato ieri mattina di fronte al pubblico ministero e al giudice dalle sorelle della vittima. Le donne hanno infatti raccontato che in quella circostanza il fratello era rientrato in casa con la maglietta completamente rotta e aveva raccontato che era stato aggredito dalla moglie mentre si trovava all'interno della sua autovettura.