Avrebbe ucciso il fratello, celebre avvocato di Vip e calciatori, per ottenerne l’eredità. La Corte d’Assise del tribunale della Spezia ha confermato le tesi dell’accusa, condannando a 15 anni di reclusione Marzia Corini. La sorella del legale Marco Valerio Corini era accusata di averlo ammazzato il 25 settembre 2015 con un’iniezione letale di un potente sedativo; insieme a lei era finita alla sbarra come complice un’ex collega della vittima, Giuliana Feliciani, a cui sono stati irrogati quattro anni di pena, al termine di un processo durato tre anni e tre mesi, nel corso del quale l’imputata principale si è sempre dichiarata innocente.

Il movente che avrebbe scatenato il delitto è da ricercarsi nell’ingente patrimonio lasciato in eredità dal noto avvocato.

L’avvocato sarebbe stato ucciso per l’eredità

Marco Valerio Corini lavorava per diversi personaggi celebri, come il portiere della Juventus Gigi Buffon; al calcio lo legava anche il periodo in cui era stato presidente dello Spezia Calcio. Inoltre, durante i processi per le violenze scoppiate al G8 di Genova del 2001, aveva difeso il capo dello Servizio centrale operativo della polizia Francesco Gratteri e il superpoliziotto Gilberto Caldarozzi.

Proprio il giorno del suo decesso, l’avvocato aveva in programma un incontro nella sua residenza di Ameglia con un notaio per precisare i contenuti del suo testamento.

Corini, infatti, era malato terminale di cancro: il suo decesso sarebbe stato causato da un’overdose di Midazolam, un sedativo che la sorella gli avrebbe iniettato. La donna ha sempre dichiarato di aver agito nel rispetto dei protocolli sanitari vigenti, per non far soffrire ulteriormente il fratello, ormai prossimo alla morte.

Ma, durante il processo, il pm Luca Monteverde ha spiegato come dalle indagini dei carabinieri sia risultato che la donna abbia agito per potersi impossessare di un milione di euro dell’eredità dalla quale stava per essere estromessa, sfruttando le proprie competenze professionali. Infatti Marzia Corini in passato aveva lavorato come medico anestesista per numerose associazioni umanitarie in tutto il mondo.

Al termine del dibattimento il pubblico ministero ha chiesto per l’imputata principale 23 anni di reclusione per aver ucciso l’avvocato e per la falsificazione del testamento.

Il ruolo della collega dell’avvocato Corini nel delitto

L’altra imputata, Giuliana Feliciani, era accusata di circonvenzione d’incapace e di aver collaborato alla creazione del testamento falso dell’avvocato. Secondo gli inquirenti la legale avrebbe aiutato Marzia Corini a ritoccare le volontà olografe della vittima, relative a un patrimonio che vale diversi milioni di euro. Il testamento, redatto il 18 settembre 2015 e modificato il 29 dello stesso mese, ben quattro giorni dopo la morte di Corini, è stato dichiarato falso dai giudici.

Quindi le due donne sono state escluse da ogni diritto di successione per indegnità; infine tutto il denaro sequestrato è stato confiscato.

L’intercettazione emersa durante l’inchiesta contro la sorella dell’avvocato Corini

Secondo il Fatto, durante le indagini sull’accaduto, era emersa un’intercettazione in cui Marzia Corini si sfogava con un’amica, ammettendo di essere stata lei a decidere la morte del fratello. Già in precedenza gli aveva chiesto di avvisarla nel momento in cui il dolore sarebbe divenuto insopportabile; tuttavia alla fine aveva deciso di procedere comunque, dato che non ce la feceva più a vederlo in quelle condizioni. In pratica nella conversazione con l’amica l’anestesista aveva ammesso di aver agevolato il decesso del fratello, “troppo attaccato alla vita” per chiederle di agire in quel modo.

Inoltre l’accusa si è soffermata sulla sostituzione del testamento che avrebbe escluso l’imputata dall’eredità, con uno scritto a mano che prevedeva un’eredità milionaria per la dottoressa. Marco Valerio Corini non era sposato, né aveva figli: da alcuni anni aveva una relazione con una giovane donna, a cui avrebbe voluto destinare l’eredità. Proprio la compagna, insieme ad altri amici dell’avvocato, aveva denunciato per prima la sorella dell’avvocato.