Continuano le ricerche di Sara Pedri, la ginecologa 31enne scomparsa il 4 marzo scorso da Cles (Trento). Nella serata di mercoledì 9 giugno, la trasmissione Rai "Chi l'ha visto?" è tornata a occuparsi del caso di cronaca e ha ripercorso la vicenda della giovane dottoressa originaria di Forlì. Da quanto ha riferito la sorella Emanuela, la donna avrebbe avuto alcuni problemi in reparto e sarebbe stata umiliata dai colleghi. "Le hanno dato dell'incapace - ha precisato - le chiedevano ma chi ti ha formato?".
L'appello a 'Chi l'ha visto?'
Dopo aver dedicato ampio spazio alla vicenda di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) e forse uccisa dai familiari, Federica Sciarelli ha raccontato la storia di Sara Pedri, una giovane dottoressa laureata in medicina con il massimo dei voti e specializzata in ginecologia in servizio prima all'ospedale Santa Chiara di Trento e poi presso quello di Cles (in Val di Non).
I familiari di Sara, nei giorni scorsi, si sono rivolti alla redazione del programma Rai per chiedere di non interrompere le ricerche. Nel servizio realizzato dalle inviate Raffaella Griggi e Valentina Pellegrino, Emanuela, sorella della giovane, e la mamma Mirella hanno raccontato che la loro Sara è una ragazza altruista, generosa e "determinata", che già a 14 anni sapeva che cosa avrebbe fatto da grande. Tuttavia a un certo punto della sua vita in cui sembrava realizzata, come ha spiegato la signora Mirella, sarebbe accaduto qualcosa di grave.
I problemi sul lavoro
Sara, da quanto si apprende, sul lavoro, è sempre stata molto stimata e apprezzata per la sua grande sensibilità. Dopo i primi anni trascorsi in corsia a Catanzaro, nel 2020, è riuscita a ottenere il posto fisso a Cles, in provincia di Trento.
Con il suo solito entusiasmo e la sua voglia d'indipendenza, dunque, a novembre dell'anno scorso si è trasferita in Trentino, accettando di lavorare a 40 km di distanza al "Santa Chiara", nel capoluogo, per poi spostarsi in un secondo momento nel presidio di Cles. Tuttavia, da metà gennaio, secondo il racconto dei familiari, sarebbero iniziati i problemi.
Come riferito da Emanuela, Sara sarebbe stata messa in difficoltà, allontanata e offesa verbalmente anche con parole pesanti. "Le hanno dato dell'incapace" - ha dichiarato aggiungendo che è stata svilita, umiliata sul lavoro e lasciata per interi turni a fare nulla. A quel punto la giovane dottoressa avrebbe iniziato a sentirsi insicura e terrorizzata.
"Non riesco a tenere il bisturi in mano" avrebbe ammesso sconfortata con i propri cari. Tuttavia, secondo il parere della ginecologa che l'ha seguita durante gli anni della specializzazione in Calabria, Sara, è una brava dottoressa e, nonostante la giovane età, la considera "affidabile e perfettamente in grado di fare il proprio il lavoro".
'Non lavoriamo in un ambiente sano'
Anche la madre ha confermato che la figlia, dicendole che non si trovava bene a Trento, le descriveva il nuovo posto di lavoro come un vero "inferno". La giovane, per questo, avrebbe perso il suo entusiasmo e la sua solarità e per la vergogna avrebbe iniziato a prendere le distanze dalla propria famiglia.
Da quanto è emerso, tuttavia, la giovane dottoressa di Forlì non sarebbe stata ad avere problemi in ospedale.
Nell'arco di due anni, come ha precisato Claudio Cia consigliere provinciale e regionale, 11 professionisti avrebbero abbandonato il reparto di ginecologia di Trento.
"Non lavoriamo in un ambiente sano", ha fatto sapere a "Chi l'ha visto?" un collega di Sara, che per paura è voluto rimanere anonimo: "Non siamo tranquilli a parlare" ha concluso.