Sulla morte di Serena Fasan, stamattina, 27 agosto, la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio ma senza indagati. La farmacista 37enne, mamma di un bambino di due anni, è stata trovata dal compagno senza vita in casa il pomeriggio del 25 agosto. A distanza di alcune ore, uno zio 55enne della donna, Simone Fasan, si è tolto la vita. Due eventi familiari tragici e finora non chiari.

Serena Fasan, morte improvvisa e inspiegabile

La Procura di Treviso ipotizza il reato di omicidio volontario nel fascicolo aperto sulla morte di Serena Fasan.

Si tratta di un atto dovuto per consentire lo svolgimento delle indagini, ma questa morte al momento è ancora incomprensibile ed è stata resa ancora più drammatica e oscura dal ritrovamento a distanza di alcune ore del corpo senza vita di un familiare.

Il giallo comincia mercoledì pomeriggio intorno alle 18 e 30. A quell'ora, Matteo Piva, il compagno di Serena, fa ritorno nell'abitazione di via Ponchino a Castelfranco Veneto dove la coppia vive con il figlio Ettore. Il suocero Francesco, molto allarmato perché da ore la figlia non risponde a telefono, gli ha chiesto di andare a casa. Piva trova la compagna esanime, riversa a terra in corrodio, vegliata dall'amato cagnolino, mentre il figlio della coppia dorme nel suo lettino ignaro di tutto.

Sconvolto, Piva, molto conosciuto in paese perché titolare di una birreria del centro, chiede aiuto a una vicina medico che prova a rianimarla, ma non c'è niente da fare. Sul posto arrivano sanitari e carabinieri. Ci si chiede cosa possa essere successo. Si esclude subito la rapina, perché non ci sono segni di effrazione a porte e finestre.

Segni sul collo, si attende l'autopsia

Quando è stata trovata, la farmacista sarebbe morta da ore. "Ho aperto la porta di casa e l'ho trovata morta, già irrigidita, voglio capire cosa sia successo a Serena", dice il compagno che non si capacita e attende l'esito dell'autopsia e degli esami tossicologici. "Era in salute, perfetta, non aveva problemi", riferisce l'uomo che è stato sentito a lungo dai carabinieri.

Ha insospettito gli inquirenti proprio il fatto che Serena era una donna giovane e sana. Apparentemente, il corpo di Serena Fasan non sembra presentare segni di violenza, nessun segno di colluttazione. Ma da un primo esame esterno, sono emerse tracce sul collo, riscontrate dal medico legale, l'anatomopatologo Alberto Furlanetto. Si tratta di piccole ecchimosi che hanno acceso qualche sospetto, ma mancherebbe il movente di un omicidio. Per Furlanetto, a cui la sostituta procuratrice della Repubblica di Treviso, Mara De Donà, ha conferito l'incarico di eseguire l'autopsia all'inizio della prossima settimana, è plausibile l'ipotesi emersa nelle ultime ore, di un attacco epilettico, ma bisognerà considerare più aspetti.

L'esame autoptico potrà dare informazioni illuminanti: i segni sul collo potrebbero essere attribuibili a una digitopressione per sentire il battito, o alle manovre fatte nel tentativo di rianimare la farmacista. Il medico legale potrà stabilire che tipo di segni siano, se siano stati prodotti prima o dopo la morte, se la morte sia derivata da strangolamento o altre cause. Compagna e mamma amorevole, Serena Fasan lavorava alla farmacia alla Fonte della salute di Castelfranco Veneto ed era una donna realizzata.

Serena Fasan, il suicidio dello zio

C'è una correlazione tra la morte di Serena e quella dello zio? Stanno cercando di verificarlo i carabinieri del Nucleo investigativo di Castelfranco.

Il 55enne Simone Fasan si è gettato dal ponte sul torrente Lastego, a Pieve del Grappa, a circa 40 minuti d'auto da Castelfranco. Ha fatto un volo di quasi 100 metri in piena notte dal "ponte dei suicidi", come è tristemente noto. Serena è stata trovata priva di vita alle 18 e 30 di mercoledì sera. Lo zio sembra l'abbia saputo, il suo corpo sarebbe stato trovato alle 3 di notte, ma i familiari hanno dato l'allarme della sua scomparsa alle 22 di sera.

Ci sono state indiscrezioni su un primo tentativo di suicidio, non confermate dagli inquirenti che stanno cercando di decifrare i due episodi. Il parente avrebbe sofferto da tempo di depressione. Dall'analisi del telefono di Serena, sequestrato dopo essere stato trovato accanto al corpo della donna, potrebbero venire fuori elementi di verità.

Forse, sentendosi male, avrebbe voluto chiedere aiuto.

Secondo il sindaco di Castelfranco Veneto, Stefano Marcon non c'è nessun mistero e non ci sarebbe alcuna correlazione, se non indiretta, tra le due tragedie che hanno colpito la famiglia Fasan: "Le forze dell'ordine, con la prudenza del caso, ci dicono che ad oggi non ci sono elementi che possono ricondurre a figure terze la morte di Serena", ha detto Marcon. Sarebbe morta per cause naturali. Per il momento di certo c'è il dolore della comunità.