L'ex compagna di Paolo Calissano, è stata lungamente ascoltata dagli inquirenti. Fabiola Palese, questo il nome della donna, è stata la prima persona ad avere scoperto la sera del 30 dicembre, il corpo senza vita dell'attore 54enne nella sua abitazione romana nel quartiere residenziale della Balduina. L'ipotesi più accreditata è quella di un mix di psicofarmaci.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.

L'indagine vuole accertare le cause della morte di Calissano: se sia trattato di drammatico errore nell'assunzione di psicofarmaci o di un atto volontario.

Calissano, l'ex: 'Era depresso, non usciva quasi più'

Secondo Palese, l'attore "non si è suicidato". Sentita dai carabinieri della compagnia Trionfale di Roma che indagano per conto della Procura, la donna ha ricostruito le ultime ore della vita dell'attore genovese. Anche se la relazione era finita da tempo, tra i due era rimasta un'amicizia profonda e lei aveva le chiavi dell'appartamento di via Cadlolo 90 dove la sera di giovedì scorso ha trovato Calissano morto sul letto accanto a confezioni di psicofarmaci.

"Spesso non usciva per giorni, io insistevo, lui si arrabbiava e mi bloccava su WhatsApp. Come l'ultima volta. Ma la mattina del 29 dicembre mi sono accorta che mi aveva sbloccata. Ci siamo sentiti tra l'una e le due del pomeriggio. Parlavamo del Capodanno. Ci saremmo dovuti risentire la sera". Poi, però, il telefono dell'interprete di Vivere ha squillato a vuoto e l'ultimo accesso su WhatsApp risultava esserci stato alle 20:18. La mattina seguente, il 30 dicembre, il telefono era spento. Fabiola, sempre più preoccupata, ha preso le chiavi dell'appartamento di Calissano ed è andata lì con un'amica: "In camera da letto sono entrata solo io, l'ho trovato steso, è stato tremendo", ha riferito.

"Penso che abbia fatto qualche pasticcio con i medicinali, un bombardamento di psicofarmaci, ma non per togliersi la vita", ha detto.

Lei è certa che l'attore volesse vivere e tornare a lavorare: aveva scritto diverse sceneggiature e se avesse avuto una sola chance si sarebbe ripreso, ma il mondo dello spettacolo gli avrebbe voltato le spalle. La donna esclude anche che dietro la morte di Calissano ci sia la droga. Dopo i guai giudiziari nel 2005, la dipendenza dalla cocaina sarebbe stata superata.

Secondo il suo racconto la porta di casa dell'attore non era chiusa a chiave. "La serratura non aveva le mandate inserite", ha spiegato Fabiola. Si può ipotizzare che abbia visto qualcuno? Lei lo esclude: "In quella casa entravamo solo io e il domestico, ma lo verificheranno le indagini. Lui si era lasciato andare e forse era tornato a prendere le benzodiazepine in dosi massicce per dormire".

Calissano, infatti, oltre ad essere depresso, soffriva di insonnia.

Calissano, le indagini

Le indagini si concentrano sui farmaci sequestrati, sulle ultime telefonate effettuate e ricevute dall'attore e sulle riprese delle videocamere del vicino hotel Hilton. A differenza dell'ex fidanzata, gli inquirenti ipotizzano che qualcuno possa essere entrato in casa di Calissano, magari per cedergli farmaci o sostanze, e non escludono la morte quale conseguenze di altro reato.

Fondamentali saranno i risultati dell'autopsia. Il magistrato di turno della Procura di Roma ieri, 3 gennaio, ha conferito l’incarico al perito che dovrà fare chiarezza e accertare cosa abbia ingerito Calissano, che tipo di farmaci, se gli fossero stati prescritti da un medico e in quale quantità.

Probabilmente saranno sentiti i professionisti che lo hanno avuto in cura. Porterebbe a pensare all'errore il fatto che non siano stati trovati biglietti d'addio.

Platinette: 'Il mondo dello spettacolo non gli ha voltato le spalle'

Ospite nella puntata di ieri mattina di Storie italiane, Platinette, al secolo Mauro Coruzzi, ha detto: "Non è vero che il mondo dello spettacolo aveva voltato le spalle a Calissano", come denunciato dall'attrice Valeria Fabrizi. Ha citato l'esempio di Maurizio Costanzo che gli diede un'opportunità, chiamandolo a recitare in un musical, ‘A un passo dal sogno’, che aveva scritto. Rappresentava per i ragazzi di Amici di Maria De Filippi la prima uscita pubblica fuori dalla televisione, per esibirsi a teatro.

Paolo Calissano doveva interpretare il ruolo del direttore della scuola. Ma fin dall’inizio, secondo Platinette, ci sarebbe stato un distacco tra i giovani e lui. Finì che l'attore genovese abbandonò l'impresa.

"Ognuno può gestire se stesso come vuole. Certo, Paolo non era un uomo felice", le parole di Platinette che ha poi concluso: "Ciascuno di noi ha dei demoni con cui deve imparare a convivere e contro cui deve combattere, io ne so qualcosa col cibo".