Si indaga per dare un nome alla donna il cui corpo è stato ritrovato martedì 5 aprile sulle rive del Po nel territorio del comune di Occhiobello, in provincia di Rovigo. A fare la drammatica scoperta è stato un dipendente dell’Aipo, l’agenzia interregionale per il fiume Po: a quanto pare i resti, contenuti in una borsa, sarebbero stati trasportati dalla corrente nei mesi scorsi, probabilmente nel periodo dell’ultima piena – avvenuta tra ottobre e novembre 2021 – e sarebbero riemersi in seguito all’eccezionale siccità di questo periodo. Infatti la sacca si era incagliata tra i massi posati sugli argini per proteggere le campagne dalle esondazioni nel 1951, dopo l’alluvione del Polesine.
Secondo le prime informazioni, il corpo – a cui mancherebbero la testa e parte degli arti – apparterrebbe a una donna giovane di carnagione bianca, deceduta di recente. La presenza del borsone ha consentito di proteggere le spoglie dai pesci: si pensa che la ragazza sia stata uccisa, anche se al momento non è possibile stabilire la causa del decesso. Quindi, si attendono i risultati dell’autopsia, che sarà edettuata nei prossimi giorni, e dell’esame del dna, per il quale i tempi saranno più lunghi, per avere maggiori informazioni sull’identità della donna restituita dalle acque del Po e sulla dinamica della morte.
La testimonianza dell’uomo che ha trovato i resti nel Po
Probabilmente chi ha ucciso la giovane e gettato i resti nel Po non aveva previsto che la sacca potesse in qualche modo rallentarne il processo di decomposizione.
Secondo la testimonianza rilasciata al Gazzettino Veneto dall’uomo che ha effettuato il ritrovamento, il borsone era incastrato tra i massi. Era strappato da un lato, tanto che si intravvedevano i vestiti blu e viola indossati dalla donna e parti del corpo. Nella zona, poco distante da un ponte dell'autostrada A13, che collega Veneto ed Emilia Romagna, si sentiva un forte fetore.
L’uomo ha immediatamente avvisato i carabinieri, che hanno aperto la grande borsa, riscontrando come i resti fossero ancora in un discreto stato di conservazione. La posizone delle costole e la conformazione del bacino hanno subito chiarito che si trattasse di una donna. Il pm di turno, Andrea Bigiarini, ha disposto che le spoglie fossero trasferite presso l'obitorio di Rovigo, dove nei prossimi giorni partiranno gli accertamenti.
La giovane donna riemersa dal Po è stata sicuramente uccisa
Subito sono partite le indagini sul primo caso in quell’area di una persona uccisa ritrovata lungo il corso del Po, come ha sottolineato la sindaca di Occhiobello Sandra Coizzi. Al momento gli inquirenti non dispongono di molti elementi: una delle poche certezze è che la donna sia stata vittima di un delitto. Infatti la procura di Rovigo ha aperto sul caso un fascicolo per il reato di omicidio a carico di ignoti.
Il corpo ritrovato nella secca del Po non è quello di Saman Abbas
La vittima potrebbe essere stata uccisa anche in luogo molto lontano da quello in cui i resti sono riemersi, dopo essere stati trasportati dalla corrente nei mesi scorsi.
Comunque, già dai primi acceramenti, sembra da esludersi che le spoglie appartengano a Saman Abbas, la 18enne pachistana svanita nel nulla il 30 aprile 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dopo che si era rifiutata di assecondare i familiari, che avevano organizzato per lei delle nozze combinate con un cugino.
Nelle prossime settimane il dna della giovane ritrovata sulle rive del Po sarà raffrontato a quello delle donne scomparse negli ultimi tempi. Sembra comunque difficile che la vittima possa essere Isabella Noventa, sparita nel Padovano sei anni fa, o Samira El Attar, di cui sono perse le tracce, sempre in Veneto, nel 2019.