Pamela Andress potrebbe reiterare il reato e fare ad altre donne interventi altrettanto pericolosi: giovedì 12 maggio, la 52enne transgender brasiliana è stata posta agli arresti domiciliari dal gip di Modena dopo che il pm ne ha chiesto l'arresto. Per la Procura della città emiliana, è responsabile della morte della 35enne Samantha Migliore avvenuta il 21 aprile. In quel giorno, Andress era andata a Maranello nella casa della mamma di cinque figli e le aveva fatto infiltrazioni al seno a base di silicone, sostanza vietata in Italia dal 1993.

La 52enne non è estetista e tantomeno medico, non ha alcun titolo né abilitazione per fare ritocchi a domicilio.

Finora indagata a piede libero, Pamela Andress deve rispondere di morte come conseguenza di altro reato, omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria. L'autopsia disposta dalla Procura ha evidenziato una grande quantità di silicone nel sangue della vittima.

Pamela Andress, rischio recidiva

La 52enne originaria di Salvador de Bahia, da anni risiede a Giuliano, in provincia di Napoli, si trova agli arresti domiciliari da due giorni: a rendere esecutiva la misura cautelare, sono stati i carabinieri di Sassuolo. Il gip ha ritenuto sussistente il pericolo di recidiva anche dopo aver acquisito una testimonianza resa da una donna che si era rivolta alla 52enne per un trattamento estetico subendo gravissime conseguenze il cui effetto perdura ancora.

Molto conosciuta nel mondo transgender come stilista e organizzatrice di eventi, specie in Campania, Andress si era andata a costituire presso la stazione dei carabinieri di Cento, nel ferrarese, il giorno dopo la morte di Samantha Migliore. A Cento era ospite presso uno sponsor di un concorso di bellezza al quale stava lavorando.

Contro di lei, la testimonianza di Antonio Bevilacqua, l'uomo che Samantha Migliore, scampata a un femminicidio da parte dell'ex marito, aveva sposato appena un mese fa. Bevilacqua l'ha accusata di essere fuggita in tutta fretta con il pretesto di una telefonata e portando via taniche e maxi siringhe utilizzate per iniettare silicone, non appena si era accorta che Samantha aveva cominciato a sentirsi male.

La 35enne sarebbe morta di lì a poco tra le braccia del marito. "Quando me ne sono andata, Samantha era ancora viva", avrebbe riferito la 52enne durante l'interrogatorio. Secondo il legale che l'assiste, Francesco Andriulli, si sarebbe allontanata dalla casa di Maranello per paura. Inoltre, lei e Samantha Migliore avrebbero parlato di soldi, ma l'intervento sarebbe stato fatto gratuitamente. I cinque figli della donna sono stati affidati ad alcuni parenti. Il marito è tornato in Germania dove viveva prima di conoscere Samantha.

Pamela Andress, autopsia e indagini

Le indagini condotte dal Comando della Compagnia Carabinieri di Sassuolo con la stazione di Maranello e il Reparto del Nucleo Antisofisticazione di Parma, proseguono anche con l'intento di individuare chi abbia fornito all'arrestata la sostanza proibita e gli strumenti per praticare i trattamenti.

Secondo i primi esiti dell'autopsia, l'iniezione di un fluido semioleoso tipo silicone nel seno destro della donna, avrebbe ostruito un vaso sanguigno provocando un'embolia che l'avrebbe uccisa. Il consulente tecnico ha individuato nel corso dell'autopsia sulla parte trattata circa 300 centimetri cubi del fluido semioleoso che sarà oggetto di una specifica indagine analitica.

'Anche io rovinata da Pamela Andress'

Dopo la tragica morte di Samantha Migliore, sono uscite allo scoperto in più programmi televisivi giornalistici alcune donne che in passato si sono sottoposte ai trattamenti domestici fatti da Pamela Andress subendo conseguenze permanenti. Testimonianze che hanno rafforzato la convinzione degli inquirenti della necessità degli arresti domiciliari per la 52enne.

Anche ieri, 13 maggio, a Pomeriggio Cinque una ex cliente ha raccontato la sua esperienza. "Ho conosciuto Pamela negli anni '90, in quegli anni si conosceva poco il silicone e inconsciamente accettai di sottopormi a uno dei suoi trattamenti".

Doveva riempirle i glutei. "Operava con siringhe di ferro, quelle che si utilizzano per i cavalli, e poi chiudeva tutto con della comune colla. Quando vidi quelle siringhe mi spaventai e le chiesi di farmi l'anestesia. Mi rispose: Non posso farti l'anestesia perché se per sbaglio prendo una vena o un capillare, non senti niente e io vado avanti". Quanto è realmente successo il 21 aprile. "Negli anni ha avuto molti problemi. Il seno è la parte più pericolosa che esista al mondo e Pamela lo sapeva perché una delle mie amiche, dopo essersi fatta ritoccare il seno con il silicone, ha avuto un infarto".